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giovedì, Aprile 25, 2024
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Napoletani scomparsi, Francesco Russo: “Fate i nomi, dove sono i mandati di arresto?”

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 “Il segretario del Governo di Jalisco, in Messico, Roberto Lopez Lara, ha dichiarato in una conferenza stampa l’altro ieri che ci sono due mandati di arresto sul caso dei tre italiani scomparsi: sono due settimane che dice la stessa cosa però non fa mai i nomi. Vorrei che l’Italia richiedesse almeno di sapere di chi si tratta”. É lo sfogo di Francesco Russo, figlio di Raffaele Russo, fratello di Antonio e cugino di Vincenzo Cimmino, gli italiani che da gennaio risultano scomparsi in Messico. Le famiglie Russo e Cimmino hanno più volte sottolineato di non avere fiducia nelle autorità messicane e chiesto un maggiore coinvolgimento italiano, anche nelle indagini. Di recente una delegazione della Farnesina si è recata nel Paese del Centro America per incontri con le istituzioni locali. Di recente le famiglie hanno anche messo a disposizione due milioni di pesos, oltre 90mila euro, per chiunque riesca a fornire informazioni sulla sorte toccata a Raffaele, Antonio e Vincenzo.

LE RICERCHE

Da sessantasei giorni tre napoletani, Vincenzo Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino, sono scomparsi nel nulla in una minuscola cittadina messicana, Tecalitlan. Al giro di boa del secondo mese di ricerche senza esito, la famiglia ha deciso di imprimere una svolta: l’altro giorno ha diffuso via Facebook e tramite i media messicani un appello: «Daremo due milioni di pesos messicani (circa 90mila euro n.d.r.) a chi sarà capace di darci notizie dei nostri cari». Sembra che siano arrivati già i primi messaggi, questo, almeno è ciò che sostengono i familiari e l’avvocato Luigi Ferrandino che ieri hanno convocato un incontro con la stampa.

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LE SPERANZE

Parole di speranza e di rabbia mescolate assieme. Da un lato l’entusiasmo per il fatto che la ricompensa promessa sta «producendo già i suoi frutti: sono arrivate prime notizie, da verificare ovviamente, ma qualcosa si muove», come ha spiegato Ferrandino, il quale ha anche chiarito con vigore, assieme ai familiari che queste prime notizie, e tutte le altre che verranno raccolte, «saranno comunicate solo agli investigatori italiani, non a quelli messicani». Anche perché in questi lunghissimi due mesi di attesa e disperazione, le autorità locali non sono state in grado di trovare nemmeno una pista da seguire per rintracciare gli italiani. Ma proprio al governo messicano si sono rivolti i familiari dei Russo e di Cimmino quando hanno detto con vigore «Propongano anche loro, così come abbiamo fatto noi, una ricompensa a chi è in grado di offrire notizie sulla sorte dei nostri cari». Un messaggio è stato rivolto anche alla Farnesina: «Il ministero invii sul posto inquirenti italiani – ha detto l’avvocato Ferrandino – oppure, se già ci sono, ci faccia giungere rassicurazioni».

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