PUBBLICITÀ
HomeCronacaFumogeni e cori in piazza a Napoli, scoppia la polemica in città

Fumogeni e cori in piazza a Napoli, scoppia la polemica in città

PUBBLICITÀ

Fumogeni accesi e cori in piazza San Domenico Maggiore ieri sera per Lorenzo detto “Lollo’’. Un’attivista della Mensa Occupata di via Mezzocannone che nel 2015 decise di togliersi la vita. Numerose le proteste dei comitati cittadini del centro storico e di alcuni rappresentanti istituzionali. In tanti hanno stigmatizzato il flash mob rivendicato da chi rappresenta, almeno in parte, il mondo antagonista napoletano.

La vicenda dei fumogeni

Attorno alla Mezzanotte tra il 13 e il 14 giugno decine di frequentatori della Mensa Occupata di Mezzocannone, aderenti ai vari movimenti e centri sociali di Napoli, si sono recati in piazza San Domenico per omaggiare il loro compagno Lorenzo Tarantino, un ragazzo di 25 anni morto suicida il 10 giugno del 2015.

PUBBLICITÀ

Gli attivisti hanno intonato cori per “Lollo’’, questo il soprannome di Tarantino, affisso uno striscione alla base dell’obelisco della piazza e acceso numerosi fumogeni. Un rituale in circostanze del genere per chi conosce gli ambienti movimentisti di sinistra della città. Un flash mob non risulta autorizzato dalla Questura, dalla Prefettura e altre autorità.

Nel corso dell’iniziativa – nella nota diramata sulla pagina facebook della Mensa Occupata prima di ogni riferimento ai morti o chi ha subito di violenze è stata ripetuta la frase “Impossibile respirare’’. Ricordate anche le vittime della furia della polizia americana come nel caso di George Floyd. L’uomo morto a Minneapolis lo scorso 25 maggio dopo essere stato soffocato a seguito dell’arresto da un agente dello Stato del Minnesota e che chiedendo aiuto gridava “I Can’t Breathe’’ (“Non riesco a respirare’’, appunto).

Ugo Russo e Davide Bifolco, i due adolescenti colpiti dai carabinieri. Russo mentre tentava di rapinare un rolex in via Generale Orsini a Santa Lucia ai un militare dell’Arma fuori servizio. Bifulco abitante al Rione Traiano, colpito da un colpo di pistola da un carabiniere a termine di un inseguimento e denunciato ancora una volta le condizioni di lavori difficili degli operai dipendenti delle fabbriche italiane, con le multinazionali e Confindustria finite nel mirino dei manifestanti.

Dopo l’accensione dei fumogeni di coloro rosso da parte dei manifestanti piazza San Domenicoè stata avvolta dal fumo per alcuni minuti. Una scena avvenuta dinanzi agli occhi di diverse persone presenti che ha scatenato le ire degli abitanti della zona.

Le proteste del Comitato

Il Comitato Vivibilità Cittadina ha definito il flash mob degli attivisti e quanto poi accaduto un «sopruso. Nessun avviso, solo tanto fumo entrato nelle case dove c’erano anche bambini, anziani e persone che potrebbero aver avuto difficoltà a respirare. Sembra impossibile che una cosa del genere sia accaduta in una piazza Storica del 1500 di una Città Europea. Non ci sono giustificazioni. Occorre indagare a tutti i livelli».

Destinatario delle lamentele anche l’amministrazione comunale del sindaco Luigi de Magistris. «Bisogna capire – hanno aggiunto dal Comitato Vivibilità Cittadina – se coloro che hanno organizzato questo scempio sono gli stessi appartenenti del centro sociale che ha nella giunta de Magistris dei suoi rappresentanti».

Il riferimento è in particolare ad un’altra esperienza cittadina (che comunque condivide l’iniziativa della Mensa Occupata) e cioè centro sociale e Laboratorio Politico Insurgencia. Nelle cui fila militano alcuni esponenti ora facenti parte della squadra di governo del primo cittadino. Sia a livello centrale che a livello locale. Nel primo caso ci si riferisce all’assessore comunale alla Cultura Eleonora De Majo e a Pietro Rinaldi, ex consigliere comunale e attuale capo di Gabinetto della Città Metropolitana di cui de Magistris è sindaco.

Nel secondo caso si tratta del presidente della Terza Municipalità Ivo Poggiani e dell’assessore alla Cultura e Politiche Sociali sempre della Municipalità Terza Cultura Egidio Giordano.

Le stigmatizzazioni della politica

A far sentire la propria critica voce anche esponenti istituzionali come il consigliere comunale de La Città Diego Venanzoni e il presidente della Municipalità Seconda Francesco Chirico, quest’ultimo espressione della maggioranza di de Magistris ma in taluni casi in disaccordo con le scelte politiche prese dall’ex pm.

«È inammissibile quanto accaduto ieri notte in piazza San Domenico. Petardi e fumogeni, esplosi e accesi nel corso di un flash mob hanno gettato nel caos una zona frequentatissima a quell’ora. Un appello in questo senso urge farlo alle forze dell’ordine, alla polizia municipale perché queste anomale manifestazioni vengano evitate per non gettare nel caos la città e per non “inquinare” la cultura e la storia di Partenope. Chiediamo – l’aggiunta di Venanzoni – che in tempi brevissimi vengano identificati gli autori di quello che può essere definito uno sfregio a Napoli e ai suoi cittadini».

Per il presidente del quartiere Avvocata-Montecalvario Francesco Chirico «quanto accaduto è inammissibile. Ci sono tanti modi per commemorare una persona cara o un accadimento importante, ma questo modo da guerriglia è assolutamente sbagliato. Fumogeni in pieno centro storico patrimonio Unesco. Mercoledì incontrerò per la prima volta il nuovo prefetto di Napoli per il suo primo tavolo sulla sicurezza Municipalità 2. Avrò modo di discutere di tutela del centro storico».

Le argomentazioni della Mensa Occupata per l’accensione dei fumogeni

Dalla Mensa Occupata, in relazione al flash mob di ieri sera in ricordo di Lorenzo Tarantino, hanno affermato: «La sensibilità di Lorenzo ha fatto sì che lui accumulasse ferite per ogni gesto di inclusione mancato, per ogni momento di empatia non condiviso, per ogni superficialità e disinteresse nei confronti degli altri. Finché fosse impossibile riuscire a conviverci, togliendogli il fiato e rendendo impossibile andare ancora avanti e respirare. Non ci siamo mai permessi di parlare in nome di Lorenzo, non sappiamo se oggi avrebbe condiviso o meno le scelte che abbiamo fatto in tutto questo tempo. Sappiamo però che ogni sua decisione è sempre mossa dalla volontà di sostenere gli ultimi».

Aggiungendo, poi come «la rivolta che infiamma nei ghetti e si prende la scena delle strade e della Storia è la nostra comunità dall’altra parte del mondo che si ribella, è il nostro cuore che deraglia, è il nostro ossigeno. È impossibile respirare senza un gesto di cura e di inclusione. La rivolta è il più alto atto di empatia possibile in una società che opprime per genere, razza e classe. Ora, come mai prima, Cospirare vuol dire Respirare insieme».

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ