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giovedì, Aprile 18, 2024
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Clan Mallardo, il pentito Caracallo racconta i due omicidi: “Così li ho ammazzati”

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Due omicidi e una serie di intimidazioni. Si è autoaccusato di questi reati il pentito del clan Mallardo Filippo Caracallo. Il collaboratore di giustizia ai magistrati ha parlato degli omicidi commessi per conto della cosca dei Carlantonio, per i quali è stato anche condannato a 16 anni di reclusione. Vittime dei due agguati erano Di Lorenzo Mario avvenuto il 12.10.1996 e l’omicidio di Pollastro Vincenzo, avvenuto il 25.02.1998. A Filippo Caracallo è stata riconosciuta  l’attenuante della collaborazione di giustizia.

I verbali

Nei verbali Caracallo ha raccontato in quadro in cui avvennero quegli omicidi. “Mario Di Lorenzo detto ‘o Furnaro, faceva parte del gruppo delle palazzine, diciamo, dei cosiddetti Piripicci. Siccome era uscito fuori con la testa andava cercando i soldi giustamente a persone diciamo da cui non doveva andare a richiedere, perché comunque lui dopo la morte di Piripicci sono stati mandati a chiamare questi qua che stavano con loro, chi giustamente voleva restare con noi restava con noi, altrimenti qualcuno ha percepito pure qualche regalo per farsi una, giustamente una loro vita e invece questo Furnaro è rimasto, diciamo, con no. Siccome lui faceva molto uso di cocaina, pure stava un po’ con la testa, andava cercando soldi da tutte le parti, pure dove non doveva andare  picchiava la gente e si decise giustamente di eliminarlo”….”Eravamo in due…siamo partiti dal Vico Mancini, dove c’è stato… Perché questa persona nessuno la vedeva e noi abbiamo deciso di metterci in cammino per vedere se lo potevamo trovare, e abbiamo preso una Punto… non la Punto, una Fiat Tipino tre porte. Abbiamo preso le pistole e ci siamo messi alla ricerca di questo…, sapendo noi dove lo potevamo trovare. L’abbiamo incrociato a Via Madonna delle Grazie…
 ci sono state portate le due pistole, due 9×2 1 ..però ha sparato solo una, quella là con cui ho sparato io..là diciamo è stato il mio battesimo…”

L’omicidio di Vincenzo Pollastro

Il pentito racconta anche dell’omicidio di Vincenzo Pollastro, tassista di Napoli che abitava nella Gb Futura, il quale doveva essere gambizzato e che invece è morto dopo l’agguato: “Feliciano ci chiamò a me e a un cugino suo che poi è morto, e questo è un cristiano che portava, mi sembra faceva il tassista, non mi ricordo e fece l’offesa diciamo a, non mi ricordo a chi, e comunque fummo incaricati di fare questa cosa E questo… Franco..che ora è deceduto per droga, lui mi portava i! motorino e io… Ci siamo messi dietro a questo signore, proprio all’inizio diciamo di Via Giardino, lui stava andando in una stradina che si chiama Via Melito, io mi sono affiancato, diciamo, e gli ho chiavato cinque, sei botte in una gamba”.

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