Il pericolo, neanche poi tanto remoto, era quello di una lunga detenzione. E così ieri in aula è andato in scena il più classico dei colpi di scena: il processo di primo grado per gli omicidi dell’ultima faida di Miano, quelli di Salvatore Milano e Antonio Avolio, ha visto in aula la confessione dei ras del gruppo Scognamiglio. Giovanni Scognamiglio, Salvatore Ronga e Luca Isaia hanno chiesto scusa alle famiglie delle vittime ammettendo gli addebiti. Nessuna volontà di collaborare con la giustizia.
L’unico che ha fatto scena muta è stato Bernardo Torino. Salvatore Milano fu ucciso nel bar Rosetta in via Vittorio Veneto a Miano. Il ras, ucciso nell’aprile del 2021, fu giustiziato da sette colpi di pistola come ‘raccontato’ dall’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha di fatto decapitato gli eredi del vecchio clan Lo Russo. Per l’omicidio di Miano sono indagati Giovanni Scognamiglio, Carlo Perfetto, Fabio Pecoraro, Salvatore Ronga e Bernardo Torino che, secondo la Procura, accompagnò nei pressi del bar Pecoraro e Scognamiglio indicati come killer.
Antonio Avolio fu invece ucciso il 24 giugno del 2021: fu avvicinato mortalmente mentre percorreva in scooter via Comunale Vecchia Piscinola. La matrice camorristica dell’omicidio appariva sin da subito evidente, oltre che per le modalità dell’azione, anche per la nota vicinanza della vittima al gruppo criminale di Ngopp Miano. Il collaboratore di giustizia Emmanuele Palmieri ha ammesso di aver partecipato in prima persona la preparazione dell’agguato ed era stato inoltre designato per la sua concreta attuazione, anche se all’ultimo momento per imprevedibili circostanze mancava di presentarsi all’appuntamento concordato, salvo poi adoperarsi per recuperare Isaia, subito dopo il compimento il raid.