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Omicidio al Pallonetto di Santa Lucia, inchiesta in frantumi: scarcerato Gennaro Belaeff

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Accuse in frantumi per Gennaro Belaeff. Nonostante l’accusa di omicidio il 28enne ritenuto vicino al clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia è stato scarcerato su disposizione del gip Maria Rosaria Aufieri. I due reati per cui era stato arrestato e notificati in due ordinanza risultano connessi e così per lui è scattata la scarcerazione. Belaeff infatti era stato arrestato per il possesso di una pistola nella notte in cui era stato ucciso Pasquale Sesso e in quella tentato omicidio del fratello Luigi. Successivamente a gennaio 2024 gli era stato notificato il secondo provvedimento.  Il presunto sicario, secondo la Dda legato al clan Elia, avrebbe commesso i due raid nell’ambito dello scontro armato con il gruppo malavitoso a cui fanno riferimento i fratelli Sesso. Ad avere la meglio invece sono state le argomentazioni del legale di Belaeff, l’avvocato Domenico Dello Iacono, che facendo leva su una questione meramente tecnica è riuscito a scarcerare il suo assistito. A Belaeff, in relazione ai due arresti (per il possesso di una pistola e per omicidio), fu applicato il principio della contestazione a catena. Il pubblico ministero nel momento in cui ha fatto la richiesta di rinvio a giudizio contestando la connessione tra i due reati avrebbe dovuto calcolare i termini di custodia cautelare a partire dal primo arresto (quello a luglio per armi) e invece tale calcolo ha avuto come riferimento il secondo arresto. L’avvocato Dello Iacono in sintesi ha evidenziato che quando c’è la contestazione a catena in caso di connessione di reati si può chiedere la retrodatazione della custodia alla data di esecuzione della prima ordinanza. Il gip non ha potuto fare altro che dare ragione al penalista e dichiarare scaduti i termini di custodia cautelare. Per la Procura un duro colpo anche in considerazione delle prove, anche balistiche, che erano state presentate contro Belaeff accusato di aver centrato Sesso con un colpo dal balcone di casa mentre il ras percorreva via Solitaria. Ad arrestare Belaeff erano stati gli investigatori della squadra mobile e quelli del commissariato di San Ferdinando. Nella notte del 6 luglio 2023 poco dopo l’omicidio Belaeff cercò di scappare sui tetti alla vista della polizia. Non ci riuscì: fu bloccato e ammanettato in flagranza per il possesso dell’arma da fuoco. Qualche mese più tardi sarebbe poi arrivata anche l’accusa relativamente ai raid contro i Sesso. Adesso la nuova decisione che ribalta totalmente la situazione.

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