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venerdì, Luglio 4, 2025
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Omicidio Durante, il presunto killer sposo dopo cinque giorni:«Volevano la vendetta con il più buono»

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Neanche il più abile sceneggiatore avrebbe immaginato un retroscena così agghiacciante come quello dell’omicidio di Emanuele Durante, il giovane ucciso in via Santa Teresa degli Scalzi lo scorso 15 marzo. «Perchè se la sono presa con il mio Emanuele, gli altri ragazzi sono tutti scappati, lui no. Loro stanno tutti qua», questo quello che chiede la madre del giovane all’ex marito che per tutta risposta le spiega:«Perchè era il più buono. Volevano la vendetta con il più buono». Per spiegare quanto successo bisogna riannodare i fili di una storia complessa, cruda e a tratti mostruosamente incredibile. Bisogna ritornare all’ottobre scorso quando nei pressi di Corso Umberto fu ucciso un altro giovanissimo, Emanuele Tufano, di soli 15 anni. Le indagini della squadra mobile di Napoli (guidata da Giovanni Leuci e coordinati sul campo da Luigi Vissicchio) hanno consentito di accertare che Tufano fu ucciso nel corso di un conflitto a fuoco, una scorribanda armata iniziata in via Antonietta De Pace e conclusasi in via Carminiello al Mercato, tra due gruppi contrapposti di giovani, alcuni dei quali minorenni, appunto, provenienti dai quartieri Sanità e Mercato e che, con le tipiche modalità della criminalità organizzata, si affrontarono utilizzando almeno cinque armi ed esplodendo gli uni contro gli altri, ad altezza d’uomo e con l’intenzione di uccidere, numerosi colpi. Per un errore, Tufano fu ucciso da uno dei componenti del suo stesso gruppo della Sanità, ammazzato dal cosiddetto ‘fuoco amico’.

La morte di Emanuele Durante e il ruolo dei Sequino

Riguardo all’altro omicidio, quello di Emanuele Durante, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli sono riusciti a identificarne i due presunti autori, Salvatore Pellecchia, nipote diretto dei boss Sequino, e Alexander Babalyan, parente acquisito dello stesso gruppo di via Santa Maria Antesaecula anche grazie alle riprese delle videocamere di sorveglianza, che hanno ripreso il raid dei killer – e a dimostrare che il delitto è strettamente correlato alla morte di Tufano, essendo stato “deciso, approvato ed attuato” da uomini appartenenti al gruppo camorristico Sequino del quartiere Sanità, recentemente ricostituitosi per il ritorno in libertà di una serie di affiliati tra cui lo stesso Pellecchia junior figlio del ras Silvestro Pellecchia, cognato appunto di Salvatore e Nicola Sequino. In particolare, gli indagati, dopo l’omicidio Tufano, hanno maturato la decisione di uccidere Durante, scrive la Procura, “non solo e non tanto per vendicare la morte di Tufano ma soprattutto per dimostrare la permanenza della egemonia del clan Sequino sul territorio, anche a fronte di eventi che nell’ottica del potere criminale minavano l’immagine e la credibilità dei Sequino, tenuto conto dei legami di uno degli indagati con la vittima e dei comportamenti ritenuti profondamente offensivi da parte degli autori del conflitto appartenenti al quartiere Sanità, mostratisi reticenti e irrispettosi nei riguardi del clan Sequino”.

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Durante convocato dai Sequino

Grazie ad una serie di intercettazioni i carabinieri sono riusciti a registrare una serie di conversazioni tra i genitori di Durante e un loro amico in cui si allude chiaramente al coinvolgimento dei Sequino nella vicenda e in particolare al ruolo di Salvatore Pellecchia che avrebbe convocato nei giorni successivi all’omicidio Tufano proprio lo stesso Durante:«E’ quello uscito da poco di prigione, quello che voleva parlare con Emanuele. Voleva parlare con lui perchè voleva sapere cosa era successo quella sera». Quanto al killer i genitori confermano che la fidanzata di Emanuele avrebbe riconosciuto il killer ma che, spinta dai genitori, non avrebbe riferito nulla:«La fidanzata gli ha detto chi è stato perchè l’ha visto, le è stata fatta la scuola dai genitori e infatti ha detto ‘Io non posso dire nulla’». Oltre a questo vi è da dire che lo stesso Durante nei giorni successivi alla morte di Tufano era molto preoccupato come si evince in una serie di messaggi scambiati con la madre nel quale il giovane faceva riferimento ad un ‘bordello’ che già gli aveva procurato dei guai visto che era stato accoltellato in strada. Il procuratore aggiunto Sergio Amato ha spiegato che Durante fu scelto dal clan Sequino, al quale erano legati entrambi i ragazzi uccisi a Napoli, come «capro espiatorio» della morte di Tufano: «Uno di loro doveva essere sacrificato, e forse viene scelto quello più lontano dalla catena di comando».

Il ruolo di Babalyan e il matrimonio cinque giorni dopo il delitto

Nelle stesse intercettazioni emerge poi un altro particolare inquietante e a rivelarlo è l’amico della coppia che riferì di aver appreso dei vibranti festeggiamenti con fuochi d’artificio realizzati il giorno prima da «Questa lota che ha fatto il guaio ha fatto la festa, ha sparato le botte» chiaramente alludendo all’esecutore materiale dell’omicidio – festeggiamenti avvenuti presso un domicilio poco distante dalla sua abitazione. Il riferimento è ad Alexander Babalyan che tra i testimoni di nozze aveva proprio Salvatore Pellecchia, legato da rapporti di parentela con la neosposa di quest’ultimo. A dimostrarlo alcuni video postati su Tik Tok dai parenti della coppia. Sotto uno dei video campeggia la frase:«Vi amo figli miei, e vi auguro il meglio per questa vita». Un augurio di una nuova vita a soli cinque giorni dalla fine di un’altra. Niente fiction, solo realtà. Una ignobile fottutissima realtà.

 

 

 

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