Due ragazzi sono stati indagati per l’omicidio di Emanuele Tufano. Secondo la ricostruzione della sezione Omicidi della Squadra Mobile (dirigente Giovanni Leuci e vice questore Luigi Vissicchio) a fare fuoco sarebbe stato un 15enne di rione Mercato, lo stesso che è stato sottoposto a un lungo interrogatorio la notte scorsa.
Ad essere indagato con l’accusa di porto di armi, anche un minore di 17 anni anche in questo caso ritenuto responsabile del concorso in armi. Il primo, secondo quanto sta emergendo, avrebbe fatto fuoco ma, per come ha dichiarato, in risposta a degli spari provenienti dal gruppo di otto scooter incrociato in Vico Parrettari. Non è chiaro se si sia trattato di incontro fortuito o se i due gruppi si siano dati appuntamento.
Omicidio di Emanuele Tufano, 15enne rilasciato dopo l’interrogatorio: aveva già accoltellato
Un interrogatorio fiume conclusosi solo poche ore fa. È stato rilasciato il 15enne di piazza Mercato interrogato in nottata dagli uomini della sezione Omicidi della squadra mobile (dirigente Giovanni Leuci e coordinati dal vicequestore Luigi Vissicchio). Il giovane sarebbe stato identificato grazie ad una delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato il raid costato la vita a Emanuele Tufano. La versione del ragazzo è agli atti insieme a quella di altri soggetti sospettati già ascoltati dagli inquirenti nel corso di una indagine condotta dalla Procura di Napoli e dalla Procura dei minori.
Al momento non ci sono gli estremi per l’emissione di un decreto di fermo, tutte le testimonianze e le versioni sono al vaglio degli inquirenti anche se l’ipotesi più accreditata è quella di un incontro trappola poi degenerato e costato la vita al 15enne della Sanità.
Tornando al 15enne sentito dagli investigatori si tratta di un giovanissimo già coinvolto in fatti di sangue come l’accoltellamento di un bengalese lo scorso anno: farebbe parte di una paranza di giovanissimi della zona di piazza Mercato. Ancora da chiarire la motivazione della presenza di Tufano e dei suoi amici nella zona.


