Riguarderà in particolare i perni e i bulloni utilizzati per fissare la struttura a cui era montato il montacarichi, l’accertamento irripetibile disposto dalla Procura di Napoli che sta indagando sul grave incidente sul lavoro di venerdì scorso, al Rione Alto del capoluogo partenopeo, costato la vita ai tre operai Luigi Romano, Ciro Pierro e Vincenzo Del Grosso.
Operai morti a Napoli, al via gli accertamenti su perni e bulloni usati per installare il montacarichi
I lavoratori, com’è noto, tutti senza imbragatura sono precipitati da un’altezza di circa venti metri mentre erano intenti a trasportare sul lastrico solare dei rotoli bituminosi.
L’intervento di rimozione dell’impianto inizierà sabato mattina e prevede l’impiego di una grossa gru che verrà installata a partire da domani.
Alle operazioni assisteranno i consulenti di parte nominati dal collegio difensivo dei quattro indagati (composto dagli avvocati Mauro Zollo, Giovanni Fusco, Mattia Floccher e Dezio Ferraro). Anche gli avvocati delle famiglie dei tre operai deceduti potranno designare i loro periti di parte per assistere agli accertamenti.
Le operazioni prevedono che vengano eseguiti anche dei rilievi fotografici dei punti di aggancio della struttura, quindi anche dei perni e dei bulloni.
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E’ il giorno del dolore a Calvizzano e Arzano dove si tengono oggi i funerali di Ciro Pierro, 62 anni e di Luigi Romano, 67 anni, due dei tre operai deceduti venerdì scorso a Napoli.
A celebrare la messa è il parroco don Ciro Tufo, mentre il vescovo di Napoli don Mimmo Battaglia ha voluto inviare un messaggio di cordoglio. Presente anche il sindaco di Calvizzano Giacomo Pirozzi e altri rappresentanti istituzionali:
“Non ci sono parole adeguate per consolare il dramma di chi vive una morte ingiusta. Quando si vive questo dolore anche se circondati da folle ci si sente soli. Le strette di mano e gli abbracci non servono. Solo Dio può consolare e alleviare quel dolore. Non sono morti di incidenti, sono morti per mano di chi doveva controllare e garantire sicurezza e non l’ha fatto”, ha detto don Ciro Tufo. “La vostra morte non cada nel vuoto ma vento capace di spezzare via indifferenza e silenzio“, invece le parole di don Mimmo Battaglia.
Si sono svolti gli esami autoptici disposti dagli inquirenti nell’ ambito delle indagini per omicidio colposo plurimo che puntando a fare chiarezza sul grave incidente avvenuto nel Rione Alto della città, dove i tre lavoratori hanno perso la vita precipitando da un’ altezza di circa venti metri, a causa del cedimento della parte alta del montacarichi che li stava portando sul lastrico solare.
I legali dei quattro indagati, gli avvocati Mauro Zollo e Giovanni Fusco, hanno scelto di non delegare un proprio consulente per gli esami irripetibili, a differenza di uno delle parti offese, e cioè l’avvocato Daniele Cacciapuoti, che rappresenta la famiglia Pierro.
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Lacrime e dolore per i familiari di Luigi Romano, la moglie è stata colta da un leggero malore all’arrivo della salma. I familiari chiedono tutti giustizia per la tragedia.
Folla alla chiesa Santi Cosma e Damiano di Secondigliano per l’ultimo saluto a Luigi Romano, uno dei tre operai morti la settimana scorsa in un cantiere in un parco al Rione Alto. I familiari chiedono “giustizia per un uomo che ha sempre lavorato e non doveva morire così”. All’arrivo della bara, la moglie di Romano ha urlato dalla disperazione sentendosi male. Dal pulpito, il parroco ha letto una lettera inviata dall’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia indirizzata ai cari dei tre operai morti.