Con l’arrivo di ottobre, dovremo spostare le lancette dei nostri orologi un’ora indietro. Il cambio di orario con il ritorno dell’ora solare avverrà nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre 2019. In questo modo gli italiani potranno godere di un’ora in più di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di luce. In Italia la prima adozione dell’ora legale fu introdotta nel 1916 ed era limitata esclusivamente al periodo estivo. A partire dal 1920 fino al 1939, l’ora legale fu nuovamente abolita, per essere poi reintrodotta nuovamente dal 1940 cioè nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. I vantaggi dell’ora legale sono sotto gli occhi di tutti, durante il periodo estivo le giornate diventano molto lunghe ed è possibile uscire alla sera ancora con la luce del sole, generalmente anche il consumo di energia elettrica risulta più contenuto, in fondo una delle ragioni per cui fu introdotta l’ora legale, era proprio il risparmio energetico.
In questi ultimi anni si sta discutendo molto sui problemi di salute legati al passaggio tra l’ora legale e l’ora solare, in realtà lo spostamento avanti o indietro delle lancette l’orologio, possono provocare soltanto disturbi temporanei al nostro sonno. Un discorso diverso riguarda tutte quelle persone molto sensibili che al cambio dell’ora soffrono la cosiddetta SAD (Seasonal Affettive Disorder), cioè una forma di depressione stagionale i cui effetti vengono amplificati dalle maggiori ore di buio. Soltanto in Italia a soffrire di questa sindrome sarebbero oltre 3 milioni di persone, nei casi più gravi alcuni individui possono rifugiarsi in abitudini poco salubri come l’alcolismo o l’utilizzo più frequente di sostanze stupefacenti.
Il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’abolizione dell’ora legale a partire dal 2021. Ogni paese dovrà quindi scegliere il proprio fuso orario in accordo con la UE. Ma cosa comporta questa decisione per i cittadini europei e soprattutto per chi viaggia? Facciamo chiarezza.
Una decisione annunciata
La Commissione Europea ha dato seguito alla proposta di abolizione dell’ora legale formulata dopo una consultazione pubblica avvenuta tra luglio e agosto 2018, in cui i sostenitori della proposta (che ritengono che lo spostamento delle lancette provocherebbe un danno alla salute) hanno avuto la meglio con l’84% dei voti. Va detto che a questa consultazione hanno partecipato in larga parte i cittadini dei paesi del nord Europa (a cui non giova l’ora legale) e che ad oggi non ci sono studi scientifici che dimostrino questo supposto danno per la salute. Sull’altro lato della bilancia, invece, non bisogna dimenticare un notevole risparmio energetico portato (in alcuni paesi dell’unione) dall’ora legale, grazie all’aumento delle ore di luce.
Che cos’è l’ora legale?
L’ora legale, introdotta in Italia nel 1966, è un sistema che permette di sfruttare al meglio le ore di luce durante tutta la bella stagione. Tra marzo e ottobre, infatti c’è a disposizione naturalmente più luce, dato che il sole, in questo periodo dell’anno, sorge prima (in Italia verso le 4:30) e tramonta più tardi (verso le 20). Spostando avanti le lancette di un’ora, le ore di luce coprono meglio le ore destinate alle attività umane, permettendo di fatto di godere di un’ora di luce in più alla sera.
Quale vantaggio ha l’ora legale?
Prendiamo come esempio l’Italia: se con l’ora solare (ovvero quella che segue il naturale sorgere del sole) il sole nei mesi estivi sorgerebbe alle 4.30 del mattino e tramonterebbe alle 20, con l’ora legale (ovvero spostando avanti le lancette dell’orologio) il periodo di luce tra alba e tramonto va dalle 5.30 alle 21. E’ facile intuire che un’ora di luce tra le 4.30 e le 5.30 è meno utile di un’ora di luce tra le 20 e le 21. Questo spostamento permette infatti, ad esempio, di accendere le luci alla sera un ora più tardi con un conseguente risparmio sui consumi di energia elettrica.
Bollette della luce più leggere
Secondo l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e ambiente), questo sistema porta un risparmio dello 0,2% sul totale dei consumi, per gli addetti ai lavori una cifra significativa nelle politiche di risparmio energetico. I dati di TERNA (azienda italiana che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica) parlano infatti di oltre 560 milioni di kWh consumati in meno all’anno, e quindi di un risparmio di oltre 115 milioni di euro per le famiglie italiane (considerando che un kilowattora costa in media al cliente domestico circa 20,62 centesimi di euro al lordo delle imposte). Insomma, tra il 2004 e il 2017, l’ora legale ha permesso agli italiani di risparmiare ben 1 miliardo e 435 milioni di euro.
A chi conviene l’ora legale?
La possibilità di avere più luce disposizione avvantaggia soprattutto i paesi del Sud Europa. Nel Nord Europa, invece, le giornate durante l’estate sono già molto lunghe a causa della vicinanza con il Polo Nord. In Finlandia, ad esempio, nei giorni più lunghi, il sole sorge prima delle quattro del mattino e tramonta quasi alle 23.00. L’ora guadagnata quindi non serve né per avere più luce alla sera né per risparmiare sul fronte energetico.
Lo scenario: fusi orari a macchia di leopardo
La Commissione europea ha deliberato che spetta ai singoli Paesi, entro il 2021, scegliere quale fuso orario adottare. Ma una cosa è certa: dal 2021 non ci saranno più spostamenti di lancetta all’interno della propria nazione. L’ultimo cambio di ora per quelli che decideranno di mantenere in modo permanente l’ora legale avverrà quindi l’ultima domenica di marzo del 2021, mentre per gli stati membri che preferiscono mantenere l’ora solare, gli orologi cambieranno per l’ultima volta nell’ultima domenica di ottobre dello stesso anno.
Paradossalmente si potrebbe quindi venire a creare una Europa con fusi orari a macchia di leopardo, dove ed esempio varcando la frontiera di Ventimiglia o del Brennero si potrebbe dover portare avanti o indietro le lancette dell’orologio.