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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Patrizio Bosti, Eduardo Contini, Francesco Mallardo, Maria Licciardi: i 4 capi dell’Alleanza di Secondigliano”. Comandavano anche dal carcere

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Patrizio Bosti, Eduardo Contini, Francesco Mallardo, Maria Licciardi: sono loro, secondo le indagini della DDA, i vertici dell’Alleanza di Secondigliano. Ieri la mazzata finale con 126 arresti e oltre 200 persone indagate.

Restituisce un quadro allarmante del livello criminale napoletano, lontano dalla «polverizzazione» degli anni scorsi ma caratterizzato «da una sofisticata regia mafiosa»: l’indagine della Procura di Napoli sulla cosiddetta Alleanza di Secondigliano si concentra su una camorra che non spara (o quasi) ma pensa agli affari. Oggi un maxi blitz interforze coordinato dalla Procura, che ha coinvolto polizia, carabinieri, Guardia di Finanza e Dia, ha assestato un duro colpo alla federazione criminale delle famiglie Contini, Licciardi e Mallardo. Complessivamente sono state emesse 126 misure cautelari (89 in carcere e 36 ai domiciliari e un divieto di dimora in Campania).

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All’arresto sono sfuggiti alcuni esponenti dei Licciardi, tra cui Maria Licciardi, sorella di uno dei fondatori dell’Alleanza, Gennaro Licciardi, detto «la scimmia». I finanzieri hanno sequestrato in tutta Italia beni per oltre 130 milioni di euro – aziende, auto, moto, una barca, abitazioni, società, attività commerciali e imprenditoriali, orologi di pregio e diamanti. Fondata da tre boss storici alla fine degli anni ’80, l’Alleanza è ancora penetrante all’ombra del Vesuvio. Il ruolo preminente è ricoperto dai Contini, e ai vertici della federazione figurano le spose dei boss Edoardo Contini, Patrizio Bosti e Francesco Mallardo, le tre sorelle Aieta (Maria, Rita e Anna) e, ovviamente Maria Licciardi. Tutte avevano un ruolo di comando. Donne che tenevano i contatti con i capi al 41bis e impartivano ordini agli affiliati sulla gestione di welfare e affari. Affari di ampio spettro che non si «limitavano» al traffico e allo spaccio di cocaina e marijuana proveniente dal Sud America, via Olanda, grazie ai rapporti privilegiati e «cifrati» con la ‘ndrangheta, in particolare con i Commisso di Siderno.

Dalle indagini è emerso che i Contini gestivano anche tutte le attività di un ospedale di Napoli, il San Giovanni Bosco, diventato famoso per i casi di formiche nei reparti. Lì controllavano ogni aspetto, dalle assunzioni agli appalti, alle relazioni sindacali. Non solo. Con la complicità dei sanitari portavano avanti il fiorente business delle truffe assicurative, anche per altri clan. E se un paziente moriva, la camorra poteva farlo «resuscitare» sui documenti consentendo ai congiunti, per «soli» 500 euro, di poterselo portare a casa in ambulanza anzitempo. In sostanza, ha sottolineato il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, «l’ospedale era la base logistica per le loro trame delittuose».

ECCO I NOMI DI TUTTI GLI ARRESTATI 

ARRESTI IN CARCERE
ACANFORA Ciro
AIDA Antonio
AIETA Anna
AIETA Antonio
AIETA Maria
AIETA Rita
ALFANO Alessio
AMBROSIO Mario
AMMENDOLA Giuseppe
ANIELLO Alberto
ARDUINO Giuseppe
ATTARDO Gaetano
BARBELLA Giulio
BARRA Felice
BOSTI Ettore
BOSTI Patrizio
BOTTA Angelo
BOTTA Giovanni
BOTTA Lucia
BOTTA Nicola
BOTTA Salvatore
BOTTA Salvatore
BOTTA Vincenzo
CANDIDO Giovanni
CANDIDO Lamberto
CAPOZZO Rosario
CAPOZZOLI Vincenzo
CASO Pietro
CERBONE Pietro
CICCARELLI Giuseppe
CINO Pasquale
CIULLO Giuseppe
COMITATO Salvatore
CONTINI Edoardo
COPPOLA Carlo
CORRADO Gennaro
COSTA Gennaro
CUOMO Alfredo
CRISTIANO Antonio
CRISTIANO Fabio
CRISTIANO Tommaso
DE FEO Alfredo
DELLE DONNE Maurizio
DEL MONDO Gennaro
DEL PIANO Giuseppe
DE FALCO Guglielmo
DE ROSA Giuseppe
DI CARLUCCIO Ciro
DI MARTINO Luigi
DI MUNNO Rosa
ESPOSITO Domenico
ESPOSITO Ettore
ESPOSITO Giovanni
ESPOSITO Luca
FALANGA Umberto
FIORENTINO Massimo
FIORILLO Gennaro
FOLCHETTI Luigi
GIAMMINELLI Francesco
GIORDANO Giuseppe
GRASSO Emanuele
GROSSI Gennaro
LICCIARDI Maria
MALLARDO Francesco
MARSIGLIA Giuseppe
MENDOZZI Salvatore
MEROLLA Salvatore
MURANO Roberto
MUSCERINO Antonio
PATIERNO Michele
PELLICCIO Gennaro
PENGUE Antonio
PERCOPE Salvatore
PESCE Antonio
PETRONE Salvatore
PICARDI Patrizio
POGGI Luciano
POMATICO Mario
RICCIO Bruno
RICCIO Gennaro
RULLO Nicola
SPINA Giuseppe
TOLOMELLI Carmine
TOLOMELLI Giuseppe
TOLOMELLI Vincenzo
TOLOMELLI Vincenzo
VITTORIO Raffaele
VITTORIO Salvatore
VOLPE Francesco

ARRESTI DOMICILIARI

ACANFORA Salvatore
AMBROSIO Vincenzo
ANATRIELLO Francesco
BOSELLI Alessandro
BOTTA Ciro
CALIENNO Antonio
COLANTUONO Pietro
BRACALE Vincenza
CHIAVARONE Ciro
CHIAVARONE Leopoldo
CRISTIANO Maurizio
DE ROSA Gennaro
DI MARTINO Gianluca
DI MARTINO Paolo
FINIZIO Nunzio
GUELI Francesco
IMPERATORE Antonella
LIETO Domenico
MANZO Francesco
MARANO Mario
MATINO Mario
MECHERI Enrico
MORESCANTI Claudio
NADDEO Franco
NATALE Domenico
PALMA Vito
PANICO Concetta
PASQUARIELLO Vincenzo
PERSICO Luigi
PROSPERO Salvatore
RINALDI Antonio
RINALDI Pasquale
RIVA Marco
SANTORIELLO Fortunato
TARALLO Vincenzo
VENTRIGLIA Vincenzo

DIVIETO DI DIMORA IN CAMPANIA

ESPOSITO Gaetano

 

Le parola dei magistrati: 

“MALLARDO Francesco, BOSTI Patrizia, CONTINI Eduardo, LICCIARDI Maria quali vertici assoluti della confederazione criminale denominata Alleanza di Secondigliano, erano al vertice della struttura federativa sovraordinata oltre che dei rispettivi sodalizi -che hanno continuato a reggere e dirigere nonostante i rispettivi periodi di detenzione, grazie anche alla strumentalizzazione dei colloqui carcerari e comunque dei rapporti con l’esterno garantiti da familiari e da alcuni difensori- e con poteri di supremazia ed indirizzo sugli affiliati, a vario livello a loro subordinati, promuovendo altresì specifici reati fine, sia tipici dell’azione della ala criminale dei clan confederali sia di quella imprenditoriale, cui impartivano direttive strategiche e finivano ingenti provviste finanziarie derivanti dai delitti commessi; in particolare MALLARDO Francesco, BOSTI Patrizio e CONTINI Eduardo per aver continuato a mantenere, anche in stato di detenzione, il controllo e la direzione dei rispettivi clan e la supremazia nell’adozione delle scelte strategiche dell’Alleanza; -AIETA Maria, AIETA Rita, AIETA Anna, consorti rispettivamente di CONTINI Eduardo, BOSTI Patrizia e MALLARDO Francesco, con i ruoli di dirigenti e partecipi delle direttive strategiche, sia nei rapporti interni ai singoli clan confederali sia nelle relazioni tra di essi all’interno della Alleanza e verso l’esterno, direttamente e consapevolmente coinvolte nella gestione degli affari criminali della consorteria mafiosa con poteri direttivi e decisionali in coordinamento coni rispettivi coniugi, anche quali veicoli verso l’esterno delle rispettive direttive, e con poteri anche autonomi soprattutto in relazione al controllo dell’usura e delle estorsioni e alla gestione degli introiti economici della confederazione mafiosa; ESPOSITO Gaetano, concorrente esterno della confederazione radiosa, occupandosi stabilmente e consapevolmente di reinvestire una parte dei capitali illecitamente accumulati dai componenti cieli ‘Alleanza di Secondigliano in diverse attività economico-finanziarie, tra le quali investimenti immobiliari e commercio su vasta scala di ori e preziosi, e restando a disposizione del sodalizio per qualsiasi attività e necessità economico-finanziaria finalizzata al mantenimento e all’accrescimento della forza economico-criminale dell’Alleanza, ai cui vertici costantemente si rapportava e ai quali rendicontava, nonché per garantire ai sodali sia l’erogazione delle liquidità necessarie di volta in volta”.

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