Non hanno mai smesso di comandare, neanche dal cercere e nonostante fossero detenuti al 41 bis, la procura non ha dubbi su Patrizio ed Ettore Bosti, padre e figlio ma soprattutto elementi apicali dei Contini, accusati di tenere ancora le redini della cosca egomone nel cuore di Napoli.
E’ ciò che emerge dalle indagini condotte dai pubblici ministero Converso e Varone, coordinati dal procuratore Nicola Gratteri e dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, ed eseguite dalla Squadra Mobile di Napoli, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e dallo Scico della Guardia di Finanza.
Dal lavoro degli inquirenti emerge che i Bosti, nonostante fossero detenuti al 41 bis, affidavano incarichi ai loro uomini di fiducia, riuscendo a dettare le strategie criminali e imprenditoriali del clan Contini, ma non solo. Tra i loro obiettivi vi erano i pentiti, cercando di costringerli a non collaborare più con la giustizia.
Patrizio Bosti è accusato di dare ordine e direttive direttamente dal carcere di Parma, sostanzialmente ciò che faceva suo figlio Ettore, anch’egli al 41bis ma a Cuneo, che si occupava di dare indicazioni sulla gestione economica del clan, anche in maniera vessatoria. e della distribuzione degli stipendi agli affiliati.