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martedì, Aprile 16, 2024
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Percepiva la pensione della madre morta da 13 anni, truffa da 300mila euro

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Ha accompagnato la madre al cimitero 13 anni fa, ma poi ha continuato a riscuotere puntualmente la sua pensione rubando allo Stato, ovvero a noi cittadini, oltre 300mila euro. Una maxi truffa. In attesa che la Guardia di Finanza ne renda noto il nome, perché tutelare l’identità di questo imbroglione rende meno efficace l’effetto deterrente dell’indagine, si può raccontare il cinismo di questo individuo che abita per di più in un piccolo centro del Casertano, Alife, dove tutti sapevano della morte della madre, che era anche cieca.

L’uomo, riuscito persino a far aprire un conto corrente a nome della madre 5 mesi dopo il decesso, è stato denunciato per truffa aggravata verso un ente previdenziale dai finanzieri del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma unitamente ai colleghi della Tenenza di Piedimonte Matese (altro paese casertano), che hanno sequestrato un conto di deposito presso un istituto bancario di Alife  e un conto corrente accesso presso il locale ufficio postale, dove dal 2006 in poi sarebbero transitati oltre 326.000 euro, pari al totale delle prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps nel tempo a favore di un’anziana del posto, invalida per cecità totale, morta nel 2006.

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I finanzieri sono partiti da Roma con destinazione Alife per verificare di persona se quanto emergeva sui loro computer all’esito dell’incrocio delle risultanze delle banche dati a disposizione fosse corretto; risultava in effetti che erano ancora in pagamento ben tre diverse prestazioni previdenziali, per un totale di circa 2.000 euro mensili (una pensione di invalidità, una pensione di reversibilità e un’ulteriore indennità per cecità assoluta), a favore di una donna, classe 1925, che però risultava morta da oltre dieci anni.

Dagli ulteriori accertamenti è poi emerso che a marzo 2007, quindi 5 mesi dopo il suo decesso, la stessa avesse aperto un conto di deposito cointestato con il figlio; nel seguire il flusso di soldi illecitamente erogati dall’Inps, i militari si sono recati presso lo sportello bancario di accredito delle pensioni, accertando che nel carteggio di apertura della posizione bancaria la firma della donna (peraltro da apporre alla presenza di due testimoni, data la sua cecità) non c’era affatto.

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