Da amici a nemici giurati, a suon di video carichi di accuse e veleni: Pino Grazioli, giornalista locale molto noto sui social, e Angelo Napolitano, titolare del gruppo di negozi Napolitano Store — al centro, in queste ore, di un sequestro da oltre 5 milioni di euro.
I due che nel passato avevano manifestato la propria amicizia e sponsorizzati più volte a vicenda, hanno inondato i rispettivi canali social per l’intera estate con attacchi personali molto duri, dando vita a due fazioni opposte: quella dei follower del cronista e quella dei sostenitori dell’imprenditore.
Proprio ieri, Pino Grazioli aveva pubblicato un video in cui annunciava un’operazione in corso della Guardia di Finanza a Castel Volturno: un sequestro da 300mila euro (poi confermato dalla nota ufficiale delle Fiamme Gialle) riguardante un’imbarcazione, che — secondo il giornalista — sarebbe intestata a un uomo residente a Roma ma in uso ad Angelo Napolitano.
Secca era stata la replica dell’imprenditore-tiktoker, che aveva accusato Grazioli (da lui soprannominato “Pino Ghiacciolo”) di essersi inventato tutto, invitandolo inoltre a saldare un presunto debito.
Proprio questa vicenda era già stata più volte tirata in ballo da Napolitano, con continui botta e risposta con Grazioli, in una disputa dove il motivo originario del conflitto è presto passato in secondo piano, lasciando spazio ad accuse reciproche e minacce — da parte di Napolitano — di pubblicare video compromettenti sulla vita privata del cronista.
Anche oggi, nel commentare la notizia del maxi sequestro da 5,6 milioni di euro a suo carico, Napolitano ha attaccato nuovamente Grazioli, accusandolo di essersi “attribuito i meriti” dell’operazione della Guardia di Finanza, pur — a suo dire — non essendone all’altezza. Il tutto accompagnato dalle note di Now We Are Free, iconica colonna sonora del film Il Gladiatore: un modo per spettacolarizzare anche questa vicenda, perché, a quanto pare, l’unica cosa che conta davvero è che lo show sui social continui. Show must go on.


