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Desiree drogata, violentata e lasciata morire a 16 anni, ridotte le condanne in appello

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Il processo di appello bis per la macabra morte di Desirée Mariottini, la 16enne violentata ed uccisa in uno stabile abbandonato nel quartiere di San Lorenzo (Roma), si è concluso con la riduzione delle condanne per 3 dei 4 protagonisti.

Mamadou Gara, condannato all’ergastolo nel primo processo appello, dovrà scontare 22 anni, Alinno Chima, inzialmente condannato a 27 anni, ne dovà scontare uno in meno, infine Brian Minthe passa da 24 anni a 18 anni. I 3 cittadini di origine africana, insieme con un quarto già condannato in via definitiva all’ergastolo (Yousef Salia), sono accusati a vario titolo di omicidio, violenza sessuale e spaccio.

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I fatti risalgono all’ottobre del 2018, quando Desiree Mariottini fu prima drogata e poi violentata, prima di lasciarla morire tra l’incuria ed il degrado di un palazzone abbanadonato alla periferia di Roma. “Sono arrivato lì a mezzanotte o mezzanotte e mezza e c’era una ragazza che urlava — raccontò un testimone —. Ho guardato quella che urlava e c’era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava, sembrava già morta, perché l’altra ragazza urlava e diceva che era morta. C’erano africani e arabi, sei o sette persone. Anche un’altra ragazza era lì e parlava romano. Urlava che l’hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro…”.

Una ricostruzione veritiera, visto che a stretto giro in 4 furono individuati ed arrestati con l’accusa di concorso in omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droga a minore.

Nelle prime fasi del processo di primo grado, ad ottobre del 2019, un testimone riferì che gli imputati gli impedirono di chiamare i soccorsi per aiutare la ragazza: “Meglio lei morta che noi in galera”.
Minacce, avvertimenti e spedizioni punitive per impedire che venissero fuori elementi utili per condannare il quartetto. come l’aggressione di un giovane senza fissa dimora sotto casa della madre.

Desiree Mariottini drogata, violentata ed abbandonata alla morte

Secondo quanto ricostruito nel processo, Desirée avrebbe varcato la soglia dell’edificio abbandonato di via dei Lucani il 18 ottobre 2019 poco prima di pranzo, quando le si avvicina Yusif, convincendola a drogarsi con un mix di sostanze (metadone, crack, eroina e psicofarmaci) poi rivelatosi letale. Stordita dalle droghe, la ragazzina fu portata in un container dove tra cartacce, sporcizia ed incuria, fu abusata dai 4 per diverse ore. Viene lasciata lì esanime, fino a quando qualche frequentatore del luogo, impietosito, la sposta adagiandola su una brandina.
Intorno alle 20, una ragazza cerca di aiutarla a respirare, ma i soccorsi non verranno mai allertati e così Desirée Mariottini muore tra l’indifferenza dei presenti e il desiderio dei 4 imputati di far finta che non fosse accaduto nulla. Un desiderio, rimasto tale, visto che tra condanne definitive e di secondo grado il saldo è pensantissimo: un ergastolo e 66 anni di carcere.

 

 

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Redazione Internapoli
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