Errore di fissazione dell’udienza e dunque Riesame rimandato al prossimo 8 settembre. Nuovo capitolo della vicenda Moccia, quella delle scarcerazioni ‘eccellenti’ sopraggiunte per decorrenza dei termini. Questa mattina il presidente La Posta ha rilevato questo errore evidenziando come l’articolo 240 bis delle del codice di procedura penale non si applica quando sopraggiungono decisioni del tribunale feriale e dunque l’udienza è stata rimandata al prossimo 8 settembre. Il tribunale feriale in sostanza decide solo delle urgenze e visto che i Moccia sono tutti liberi sarebbe dovuta intervenire la Procura che con un decreto avrebbe dovuto motivare l’urgenza.
La scarcerazione degli esponenti dei Moccia
Decreto mai arrivato e così il tribunale ha semplicemente seguito la procedura. I difensori erano pronti a discutere e sanare tutti i difetti di notifica, questione superata dalla questione di urgenza non sollevata dalla Procura.
Ad inizio agosto erano stati i giudici della sesta penale ad accogliere le istanze dei difensori degli esponenti della famiglia Moccia e a rilevare l’avvenuta decorrenza dei termini, a distanza di più di tre anni di celebrazione di un processo in primo grado. Erano stati cosi scarcerati Antonio Moccia, Luigi Moccia, Angelo Moccia, Gennaro Moccia (figlio di Angelo) e Pasquale Credentino, Francesco Favella, Antonio Nobile, Gennaro Rubiconti.
Clan Moccia, effetto tsunami con raffica di scarcerazioni
I giudici infatti avevano accolto le istanze degli avvocati, in particolare dei penalisti Saverio Senese e Gennaro Lepre(per Antonio Moccia), Gennaro Moccia (di Angelo) difeso dai penalisti Annalisa Senese e Ernesta Siracusa, Luigi Moccia (difeso dai penalisti Saverio Senese e Gennaro Lepre), Angelo Moccia (difeso da Annalisa Senese e Claudio Botti), Pasquale Credentino (difeso dagli avvocati Nicola Quatrano e Salvatore Pettirossi);Francesco Favella, Antonio Nobile, Gennaro Rubiconti difesi dall’avvocato Dario Carmine Procentese (per Favella insieme all’avvocato Claudio Davino e per Rubiconti insieme all’avvocato Claudia Salzano).
Dopo qualche giorno altri sei ras avevano visto confermare lo stesso iter. Si tratta di Filippo Iazzetta, cognato dei Moccia, difeso dagli avvocati Antonietta Genovino e Claudio Davino, Massimo Malinconico(difeso sempre dagli avvocati Antonietta Genovino e Claudio Davino), Benito Zanfardino (difeso da Claudio Davino eGateano Aufiero), Giovanni Piscopo(difeso da Giuseppe Scafuro e dall’avvocatoSpatafora), Francesco Di Sarno (difeso da Saverio Campana). Anch’essi scarcerati per decorrenza dei termini così come gli altri imputati.
Cosa è successo
La Procura sosteneva, in virtù di un recente pronunciamento della Cassazione, che i termini decorressero dalla sentenza del dicembre 2022 con cui il tribunale di Napoli Nord aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale per la vicenda. I difensori dei Moccia hanno così evidenziato che il calcolo andava fatto a partire dalla data di emissione del decreto di giudizio immediato, che risaliva invece al 22 luglio 2022. Preso atto che fosse ormai decorso il tetto dei tre anni per la custodia cautelare, i giudici della sezione feriale non hanno potuto far altro che disporre l’immediata scarcerazione di tutti gli imputati.
Il processo che si sta celebrando davanti ai giudici della settima sezione prende origine dall’inchiesta che ad aprile 2022 aveva portato all’esecuzione di oltre cinquanta arresti tra i ras e gregari nelle diverse articolazioni del gruppo originario di Afragola. Le indagini di carabinieri e guardi di finanza avevano permesso di far luce sulla struttura del clan Moccia, organizzata su diversi livelli di comando e competenza territoriale.