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Prof molestatrice a Castellammare, la mamma di una vittima: “Si comprava gli studenti con le verifiche già fatte”

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Si terrà giovedì 16 gennaio, alla presenza del suo avvocato, l’interrogatorio di garanzia della docente di sostegno arrestata e condotta ieri nel carcere di Benevento dai carabinieri, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata che contesta alla donna, una 37enne, i reati di violenza sessuale e induzione al compimento di atti sessuali ai danni di sette studenti di età inferiore ai 14 anni, fatti avvenuti di una scuola di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli.

Nell’abitazione della docente Veronica Sposito, sempre ieri, durante una perquisizione, i militari dell’ Arma hanno trovato e sequestrato materiale pornografico.

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Lo scorso novembre venne aggredita da un gruppo di mamme e di parenti degli studenti che puntarono anche il dito contro la dirigente dell’istituto in cui, in quella che era stata battezzata la “saletta”, avvenivano gli incontri tra la prof e gli studenti. Secondo quanto emerso dalle indagini, dopo la chiusura del locale, decisa dalla dirigenza della scuola che intendeva utilizzarla per future attività didattiche, i contatti tra i sette ragazzini e la prof si sono spostati su una chat su Instagram chiamata, appunto, “La Saletta”.

Gli investigatori contestano anche i maltrattamenti psicologici e morali dei sette studenti coinvolti negli abusi che sarebbero stati sottoposti a ricatti, a minacce, di bocciatura e anche di morte, soprattutto dopo la scoperta che alcuni avevano informato altri professori del fatto che lei mostrasse loro immagini e video pornografici.

Secondo una denuncia contenuta negli atti, la vicenda sarebbe venuta alla luce dopo la sospensione di due dei ragazzi coinvolti negli abusi, sorpresi dalla prof arrestata a fumare una sigaretta elettronica in bagno.

Uno dei giovani sospesi, tornando in classe, ha reagito al provvedimento rivelando all’ insegnante presente in quel momento in classe che la docente di sostegno gli faceva vedere video pornografici. L’insegnante in quel frangente non diede credito parole del giovane ritenendole uno sfogo legato alla sospensione, ma la circostanza ha comunque innescato il processo che ha spinto anche altre vittime a rivelare ai propri genitori quanto accadeva.

Nell’ ordinanza con la quale viene disposto l’arresto in carcere, si fa riferimento al fatto che i ragazzi della scuola media siano stati derisi, minacciati ed esposti a contenuti sessuali inidonei alla loro età (sono nati tutti tra il 2011 e il 2013) sia di persona, sia in chat, da una persona che invece aveva il compito di proteggerli e non di diffondere concetti sessisti e omofobi.

Insegnante arrestata per violenza sessuale su minori a Castellammare di Stabia

“L’arresto dell’insegnante è stata una notizia bellissima, ha completato già un tassello di questa inchiesta. È stato come togliere un peso dallo stomaco”, così ha esordito in diretta questa mattina ai microfoni di Storie Italiane con Eleonora Daniele su Rai1, la mamma di uno degli allievi vittima di abusi sessuali da parte dell’insegnante di sostegno in una scuola di Castellammare di Stabia.

“Erano abusi a livello sessuale, guardavano materiale pornografico e venivano raccontate storie di incontri con gli uomini”, ha continuato la donna, “Mio figlio veniva minacciato da questa insegnante, gli diceva che, se parlava, avendo un fidanzato poliziotto, noi genitori venivamo arrestati e lui portato in comunità. Si comprava gli studenti con le verifiche già fatte”.
“Questo è il mio ultimo anno in questa scuola, non voglio più lavorare così”, si sente in una nota audio estratta dalle chat dell’insegnante, “Secondo me le mamme si sono messe tutte insieme per fare questa cosa. Non esiste che per aver dato un pochino di amicizia ai ragazzi, per essere stata un po’ amica, io mi trovo nei guai. Non stanno bene con la testa né ragazzi né genitori”.

“Per me la scuola è stata una delusione totale, mi sarei aspettata più appoggio o di mantenere un ruolo neutrale”, ha commentato la mamma che ha frequentato lo stesso istituto da studentessa, “il beneficio del dubbio da un lato e dall’altro, perché capisco che la situazione è molto delicata, però essere abbandonati, penso non sia giusto nei confronti di ragazzi che hanno 12 anni, sono ancora bambini. Invece quella mattina, quando ci siamo recate a scuola, ci hanno solo saputo dire che i bambini avevano seri problemi psicologici, che erano diabolici e che erano degli hacker professionisti”.

“Era un’ottima insegnante dichiaravano i professori”, ha concluso infine la mamma, “è vero che a quest’età i ragazzi iniziano a scoprire il proprio corpo, la sessualità, ma è giusto che lo facciano ognuno con i propri tempi. Un’insegnante che a detta di mio figlio mostrava video porno e diceva ‘dovete guardare e imparare’, è gravissimo. Non sono ancora soddisfatta del tutto, anche se penso che non lo sarò mai. Io penso a mio figlio e a quello che ha subito, a quello che poi verrà. Spero non abbia ripercussioni nella sua vita, spero che si riprenda presto, solo questo voglio. La nostra battaglia è questa: non deve capitare più a nessun bambino”.

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