Andrà ai domiciliari uno dei due ragazzi maggiorenni di Sant’Antimo (Napoli) accusati di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo nei confronti di un loro compagno di scuola.
Lo ha deciso il gip di Napoli Nord che ha invece confermato il carcere per l’altro maggiorenne indagato per gli stessi fatti.
La decisione di attenuare la misura cautelare è legata ai problemi di carattere cognitivo che affliggono il giovane, così come rappresentato dal suo legale, l’avvocato Mario Angelino.
I carabinieri hanno arrestato tre giovani (due maggiorenni e un minorenne) nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord e dalla Procura per i Minorenni di Napoli.
Al centro dell’inchiesta ci sono una serie di gravi episodi violenti, anche a sfondo sessuale, che hanno visto vittima un ragazzo minorenne all’epoca dei fatti, vessato e bullizzato per circa un anno dai suoi tre compagni di scuola.
Venerdì prossimo è invece fissata l’udienza di convalida per il minorenne.
Ci sono aggiornamenti sulla vicenda di bullismo e violenze ai danni di un ragazzino portatore di handicap a Sant’Antimo: arresti domiciliari per Giuseppe Guadagno 20enne di Sant’Antimo resosi responsabile insieme agli amici Lorenzo Ferrajuolo Barbato di 19 anni e Vincenzo Verde di 18 anni di atti di bullismo e violenze ai danni di un ragazzino portatore di handicap.
È quanto stabilito dal Gip Vincenzo Saladino del tribunale di Napoli Nord in sede di interrogatorio di garanzia dell’indagato – assistito dall’avvocato Mario Angelino – che si è mostrato terribilmente dispiaciuto per l’accaduto.
Un pentimento che ha convinto il gip a disporre la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari.
I tre indagati di cui Verde minorenne all’epoca dei fatti, sono ritenuti gravemente indiziati, in concorso tra loro e a vario titolo, di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo in danno di un minore, con l’aggravante di aver agito approfittando della debolezza psichica e del ritardo cognitivo della vittima.
L’attività di indagine dei carabinieri della Tenenza di Sant’Antimo teatro della violenza, ha permesso di raccogliere elementi nei riguardi dei tre indagati, compagni di scuola della vittima. I fatti sarebbero avvenuti lo scorso marzo ed emersi solo in seguito al successivo intervento della madre della vittima, che ha denunciato tutto ai carabinieri.
I bulli avrebbero, con ripetute aggressioni fisiche, violenze verbali, ingiurie, offese, insulti ed atti denigratori (sputi, palpazioni genitali, gli avrebbero anche urinando addosso), causato nella vittima un grave stato di ansia e paura.
Alcuni episodi sarebbero stati anche ripresi con degli smartphone