Estorsioni a tappeto e fiumi di droga tra Bagnoli e Coroglio, il clan Esposito-Nappi rischia una vera e propria mazzata. Ieri mattina è entrato nel vivo il processo di primo grado che si sta celebrando con il rito abbreviato e il pubblico ministero della Dda ha invocato la condanna di tutti i dodici imputati, per un totale di quasi due secoli di carcere. Le pene più severe sono state invocate per Massimiliano Esposito “’o scognato” e la moglie Maria Matilde Nappi, per i quali il pm ha chiesto venti anni di carcere ciascuno.
Questa, nel dettaglio, le richieste di pena avanzate nella requisitoria del pubblico ministero: Massimiliano Esposito, 20 anni; Maria Matilde Nappi, 20 anni; Massimiliano Giuseppe Esposito Junior, 18 anni; Cristian Esposito, 18 anni; Carmine Esposito, 14 anni; Gennaro Esposito, 16 anni; Michele Ortone(neo collaboratore di giustizia), 9 anni; Salvatore Iuliano, 14 anni; Vincenzo Fasano, 16 anni; Eduardo Esposito, 16 anni; Luisa Grasso, 3 anni e mesi 8; Ilaria Landieri, 2 anni e 2 e mesi. Il processo riprenderà il 30 maggio e spetterà al collegio difensivo (composto tra l’altro dagli avvocati Rocco Maria Spina, Leopoldo Perone e Claudio Davino) provare a ridimensionare la situazione per i loro assistiti.
Il blitz contro il gruppo di ’o scognato scattò a settembre scorso, quando in manette erano finite tredici persone, tra cui il presunto ras e la consorte che anche dal carcere e dai domiciliari a Scalea, con l’aiuto della moglie avrebbe diretto il clan monopolizzando il traffico di droga nella movida di Coroglio e imponendo il pizzo ai parcheggiatori abusivi della zona. Tra gli indagati figurava pure un minorenne, noto alle cronache per la sua amicizia con Gennaro Ramondino, il 20enne ucciso e bruciato a Pianura a inizio settembre.