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sabato, Aprile 20, 2024
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Racket per conto del clan Mallardo a Giugliano: a processo 3 presunti estorsori

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Andranno a processo il prossimo 12 marzo, davanti al giudice del tribunale di Napoli Nord,
Marino Napolano, Vincenzo Fabio Poziello e Francesco Vitiello, accusati di estorsione per conto del clan Mallardo. Il Gip, dott.ssa Rosaria Maria Alfieri, accogliendo l’istanza del Pm, ha disposto il giudizio immediato per il terzetto. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Luigi Poziello, Sergio Aruta, Giovanni Marrone, Raffaella Terrestre e Nello Palumbo.
I tre soggetti sono accusati del reato di estorsione aggravata con metodo mafioso ai sensi dell’articolo 416bis comma 1 codice penale.

I fatti

L’episodio estorsivo risale al maggio scorso. Come ricostruito dai magistrati della DDA lo scorso 9 maggio due persone (Poziello e Napolano) si presentarono presso un cantiere edile all’interno di un noto parco nel centro storico di Giugliano, dove erano in corso lavoro di ristrutturazione, e rivolgendosi ad un operaio rivolsero le seguenti parole “dovete mettervi a posto con il masto di Giugliano” altrimenti dovevano andare via. Uno dei soggetti mostrò anche la pistola che aveva nei pantaloni. Dieci giorni dopo i due soggetti si recavano nuovamente sul cantiere e chiesero se si fossero messi a posto con “gli amici di Giugliano”. La vittima chiese spiegazioni su chi fossero questi “amici di Giugliano” avendo sentito dire che a Giugliano comandava il clan Mallardo ed entrambi rispondevano “sempre noi siamo”.  A quel punto la persona chiese  come fare per potersi “mettere a posto” e gli rispondevano che doveva incontrare un soggetto chiamato “o cavallo” (Vitiello) il quale gestiva e decideva l’entità della somma da versare.

A tal fine gli davano appuntamento per il giorno seguente presso il bocciodromo di Giugliano, dicendogli che se non si fosse presentato gli avrebbero fatto del male. Il giorno seguente NAPOLANO conduceva la vittima all’incontro con VITIELLO Francesco “o cavallo”. Quest’ultimo intimò la consegna della somma di 7.000 euro di cui 4.000 in quella settimana e la restante somma entro il mese successivo, minacciando che, in caso negativo, avrebbero sparato a chiunque.

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Nei giorni seguenti furono consegnati a Napolano prima 2500 euro poi 1500 euro. Sempre Napolano intimò la consegna della restante somma per il mese successivo, consigliando di non fare scherzi “altrimenti sapevano come fargliela pagare”.

Le vittime, convocate dai carabinieri che già avevano avviato le indagini, hanno confermato sia la presenza dei soggetti sul cantiere che le conseguenti minacce, ed hanno fornito anche particolari sulla fisionomia dei soggetti.

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