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Riforma della scuoola, chi si rifiuterà di sostenere l’esame orale sarà bocciato

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Presentato oggi al Consiglio dei ministri il decreto legge con la riforma dell’esame di maturità. La bozza, costituita da 7 articoli, introduce alcune misure urgenti per riformare l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026.

La bozza del Dl maturità 

La riforma, stilata per potenziare la funzione formativa, culturale e orientativa dell’esame di Stato, pone al centro lo “sviluppo integrale della studentessa e dello studente“. L’attenzione del decreto è, infatti, focalizzata sulla maturazione critica, etica, civica e relazionale di quest’ultimi. In particolare, il dl rinomina dapprima l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione in “esame di maturità“. Rinominati poi anche i percorsi di alternanza scuola-lavoro, già definiti come “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” in “percorsi di formazione scuola-lavoro“.

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Modificata anche la composizione delle commissioni d’esame per renderla più efficiente e funzionale. Ciascuna commissione avrà due commissari esterni e due commissari interni per ognuna delle due classi abbinate, in sostituzione dei tre esterni e tre interni previsti dalla normativa precedente.

Prevista la bocciatura, inoltre, per gli studenti che si rifiutano di sostenere l’orale alla maturità. Il decreto-legge chiarisce infatti che l’esame di maturità si considera validamente superato solo con il regolare svolgimento di tutte le prove, che includono due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio. Se un candidato si rifiuta deliberatamente di sostenere una delle prove, l’esame non è considerato valido.

Come cambiano il colloquio orale e le Invalsi

Il colloquio si concentrerà su quattro discipline che rappresentano al meglio le “competenze fondamentali e caratterizzanti del percorso di studio”. Il Ministero dell’Istruzione e del merito individuerà annualmente con un decreto tali discipline. Inoltre, la commissione d’esame avrà la facoltà di integrare il punteggio finale con un massimo di tre punti se il candidato ha raggiunto un punteggio complessivo di almeno 97 punti.

Per quanto riguarda i risultati Invalsi il decreto legge modifica il curriculum dello studente. I livelli di apprendimento conseguiti nelle prove nazionali saranno indicati in una sezione specifica in forma descrittiva, solo al termine dell’esame di maturità. L’obiettivo di questa disposizione è chiarire la collocazione temporale e funzionale dei risultati delle prove nazionali, riconoscendo loro una funzione principalmente orientativa.

Cosa sono gli esami integrativi

Il decreto introduce gli “esami integrativi” per gli studenti che desiderano cambiare indirizzo di studio a partire dal terzo anno. Questi esami si svolgeranno in un’unica sessione, prima dell’inizio delle attività didattiche.

Il decreto stanzia, inoltre, 10 milioni di euro aggiuntivi all’anno, a partire dal 2026, per il Piano per la formazione dei docenti. La norma estende la copertura assicurativa sanitaria integrativa anche ai docenti e al personale Ata con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno.

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