E’ stato convalidato l’arresto del 35enne albanese che, nella giornata del 21 ottobre scorso, fu denunciato dalla moglie 31enne per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate sia nei suoi confronti che del figlioletto di soli nove anni.
La ricostruzione dei fatti
[DAL NOSTRO ARCHIVIO] La donna, subito soccorsa nella zona campestre di via Libertà a Maddaloni, denunciò il marito, con il quale aveva in corso la separazione. Ha raccontato che nella mattinata del 21 ottobre, l’uomo l’aveva prelevata con forza dall’auto di un collega con il quale, insieme al figlio di soli nove anni, stava andando a lavoro. Dopo un’accesa discussione l’uomo l’avrebbe accompagnata, facendola salire a bordo della sua auto insieme al figlio, presso una villetta disabitata in via Libertà. Qui, dopo averla percossa e minacciata di morte, l’avrebbe rinchiusa nel garage, allontanandosi con il figlio e avvertendola che sarebbe tornato per ucciderla.
Solo dopo alcune ore ed estenuanti tentativi di fuga, nel corso della notte, la 31enne riuscì ad evadere dalla sua prigione. Rompendo un vetro e ferendosi lievemente, riuscì a scappare. A quel punto chiamò i carabinieri con il cellulare prestatole da un passante. Sono così state avviate le immediate procedure a tutela della vittima che è stata subito medicata e tranquillizzata. Le ricerche del figlio minore, eseguite dai militari hanno consentito di trovarlo presso l’abitazione dei nonni dove il marito lo aveva portato prima di scappare. La donna e il piccolo sono stati ricongiunti e accolti presso una struttura antiviolenza.
Il marito, 35enne albanese, che a seguito della denuncia della moglie è stato deferito in stato di libertà per maltrattamenti in famiglia, percosse e sequestro di persona, si allontanò facendo inizialmente perdere le proprie tracce: verrà poi ritrovato presso l’abitazione della sorella, nascosto sotto il letto.
Il 35enne arrestato nella giornata di ieri
L’arresto dell’uomo è stato convalidato nella giornata di ieri, 26 ottobre. Si precisa che ci si trova innanzi a procedimento in fase di indagini preliminari, che il soggetto coinvolto del quale comunque non si menzionano le generalità, è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva e in ogni caso, i provvedimenti sono stati adottati in una fase cautelare che il contraddittorio innanzi al Giudice nella fase processuale potrà portare anche ad una valutazione circa l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’ indagato.