Non c’è agosto che non sia accompagnato dall’ormai tradizionale dibattito sull’imminente inizio della scuola. E se al centro non ci sono concorsi o carenze personale c’è il caldo. Come in questi giorni quando alcune categorie di medici e insegnanti hanno chiesto un posticipo dell’inizio delle lezioni. La ragione? I cambiamenti climatici.
Se detta così può far sorridere la realtà è che, come spiegato dal presidente di Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) “lo scorso anno si sono registrati mancamenti e malori tra gli studenti specie del sud Italia in tutto il mese di settembre, dovuti al caldo eccessivo nelle aule”. “Il fenomeno delle ondate di calore sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, con possibilità del protrarsi di temperature fino a 36 gradi centigradi fino al mese di ottobre, non può essere trascurato o peggio ignorato – ha poi proseguito Alessandro Miani, presidente Sima – Proprio nel momento in cui l’autonoma delle Regioni occupa spazi sempre più ampi, sarebbe quanto meno opportuno ampliare i margini decisionali degli uffici scolastici regionali per un avvio dell’anno scolastico con date differenziate anche di due o tre settimane tra Sud e Nord del Paese”.
Simile la posizione anche del presidente di Anief Marcello Pacifico (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori): “Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre. Ci vuole buon senso e lungimiranza. Anche i cicli produttivi devono cambiare e la pubblica amministrazione deve avviare questi cambiamenti secondo il clima”.
D’altra parte per molti genitori gestire i figli per altri giorni di vacanza potrebbe essere quasi impossibile visto i costi dei centri estivi.
Secondo quanto circolato in queste ore sembra però sia stato escluso un rinvio dell’inizio delle lezioni.
Per quest’anno insomma, sembrano esserci poche chance di una reale modifica del calendario scolastico. Con buona pace dei tanti studenti che darebbero qualsiasi cosa per qualche giorno in più di vacanza.