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Salvatore Borriello ucciso nell’agguato a Barra, ipotesi epurazione interna al Clan Aprea

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Intorno alle 12.30 di sabato 15 novembre, la Polizia di Stato è intervenuta al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare dopo la segnalazione dell’arrivo di un uomo ferito da colpi d’arma da fuoco. La vittima, Salvatore Borriello, 26 anni, è giunta già in condizioni critiche ed è deceduta poco dopo.

Secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe stato colpito pochi minuti prima in via Suor Maria della Passione Beata, in circostanze che restano ancora da accertare. La dinamica dell’agguato è ora al vaglio dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, insieme alla Squadra Mobile, che stanno conducendo le indagini.

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Borriello era già scampato a un altro agguato: nel 2021, infatti, il suo nome compariva tra i possibili obiettivi di un’incursione armata avvenuta in via Serino, nel quartiere Barra. In quell’occasione l’azione, particolarmente violenta, provocò il ferimento di una 25enne estranea a contesti criminali, colpita mentre passeggiava con il compagno. Per quell’episodio furono arrestati quattro giovani ritenuti vicini al clan Aprea, tra cui alcuni appartenenti al gruppo di Corso Sirena.

Come al tempo del primo agguato, gli inquirenti antimafia sospettano che Borriello “’o pirata” possa essere entrato in rotta di collisione con un pezzo grosso del clan Aprea. Si tratterebbe, quindi, di uno scontro tra giovani e vecchie generazioni, che potrebbe aver portato al suo omicidio. Un’epurazione interna, avvenuta nonostante la sua vicinanza al giovane capozona Francesco Relli, nipote del boss detenuto “punta ’e curtiello”.

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