Due cartelli camorristici da anni lottano per il controllo criminale dei quartieri di Napoli e delle cittadine della provincia, ma i due boss Patrizio Bosti e Gennaro Mazzarella avrebbe avuto un rapporto di reciproco rispetto durante la loro detenzione al regime del 41 bis.
Questa anomalia è stato segnalata da una nota redatta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nel giugno del 2022 nella quale viene segnalato che Bosti, al suo passaggio davanti alla cella di Mazzarella, gli avrebbe detto: “Buongiorno Gennà” ricevendo un laconico “Buongiorno”. D’altro canto, già nei cinque giorni di liberazione, sarebbe avvenuta una corrispondenza tra i due capiclan.
Inoltre dopo la sua scarcerazione Bosti ha inviato diversi telegrammi agli altri detenuti nel carcere di Parma dal quale lui è uscito il 12 maggio 2020. Anche la direzione del carcere confermava che l’esponente di vertice dell’Alleanza di Secondigliano aveva inviato telegrammi ad altri 12 detenuti in regime di 41 bis.
La riconquista del potere criminale
Secondo i magistrati della Procura di Napoli Patrizio Bosti non ha mai smesso di essere il vertice dell’Alleanza di Secondigliano così come si coglie nelle dichiarazioni rese da Luca Esposito, genero di Patrizio Bosti, nel corso della sua breve collaborazione con la
Giustizia.
Il genero del boss ha riferito che Patrizio Bostì è il capo indiscusso del clan insieme a Eduardo Contini e ha descritto quello che è successo in quei 5 giorni di libertà, sostenendo che ‘o Patrizio aveva ripreso immediatamente in mano le redini del clan impartendo fin da subito alcune direttive relative alla gestione del denaro del sodalizio, avendo trovato grossi problemi sotto questo aspetto.
Lo stop alla scarcerazione di Bosti
Lunedì Patrizio Bosti è stato raggiunto da una nuova ordinanza poco prima di tornare alla libertà. L’indagine indagine è stata condotta da carabinieri, polizia e guardia di finanza, sotto il coordinamento della Dda di Napoli di Rosa Volpe e dello stesso procuratore Nicola Gratteri.
Dunque Squadra Mobile di Napoli, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 soggetti appartenenti alla famiglia Bosti, Patrizio e Ettore già detenuti per altra causa, in quanto ritenuti a vario titolo gravemente indiziati di associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dall’articolo 416 bis.
L’attività investigativa si è sviluppata attraverso il monitoraggio di soggetti legati all’organizzazione camorristica Contini, operante nei quartieri San Carlo Arena, Vasto Arenaccia, Borgo S. Antonio Abate, inserita nella più ampia federazione criminale denominata Alleanza di Secondigliano, al fine di verificarne le attività criminali con particolare riguardo al reimpiego di capitali di provenienza illecita.