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 “Se cadono le bombe moriamo tutti”, la drammatica telefonata tra il papà napoletano e l’ex compagna ucraina

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 “Se cadono le bombe moriamo tutti: moriamo noi, ma anche tu là, perché questa (la guerra, ndr) andrà (succederà, ndr) in tutto in tutto il mondo”. Sono parole che lasciano senza fiato quelle che Gennaro Palumbo, un commerciante napoletano di 38 anni, si è sentito dire ieri durante la telefonata con la sua ex compagna ucraina che si trova a Ternopil.

Per Gennaro tutte conversazioni con la ex sono dolorose, perché rappresentano l’unica occasione per riascoltare la voce del figlio di 7 anni, che ora parla solo la lingua della madre, nato dalla loro relazione interrottasi diversi anni fa.

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Gennaro si sta battendo con tutti i mezzi che ha a disposizione per far tornare in Italia il bambino, che la lasciato Napoli quando aveva appena un anno e mezzo, ma ora è terrorizzato: teme che la guerra glielo possa portare via. Nel 2017 la 33enne, che si chiama Lesia, è riuscita a portarlo in Ucraina con un permesso temporaneo di espatrio e per questo, in Italia, è stata condannata a un anno e sei messi di reclusione per sottrazione internazionale di minore.

Napoli, ansia per un bimbo di 2 anni: il piccolo rischia di rimanere bloccato in Ucraina per la guerra

Oggi un bimbo di 2 anni e mezzo, figlio di padre italiano e madre ucraina – che quest’ultima aveva portato con sé nel suo paese senza fare più ritorno– doveva rientrare in Italia. L’esecuzione del rimpatrio, però, è a rischio per l’attacco russo in Ucraina iniziato nella notte. A stabilirla è stato il Tribunale ucraino, a cui il padre del piccolo, Gennaro Palumbo, si è affidato ed era prevista nella giornata di oggi.

A lanciare l’allarme è l’avvocato Roberta Foglia Manzillo, che assiste e difende il 48enne di Ischia (Napoli). Quest’ultimo è il padre del bimbo nato a luglio 2019 dalla relazione con una donna ucraina. Nel settembre del 2020 la donna è rientrata in Ucraina motivando il viaggio con la necessità di vendere un appartamento e di festeggiare il compleanno del padre.

La madre comprò i biglietti solo per l’andata

Quel viaggio, concordato con il compagno, ha previsto un biglietto di sola andata. La donna, infatti, non ha fatto rientro in Italia ed il 48enne si è rivolto all’autorità giudiziaria per ottenere il ritorno del piccolo. Il Tribunale della città di Sumy, città confinante con la Russia della quale la donna è originaria, ha dato ragione al padre disponendo il rimpatrio del bimbo. La stessa decisione adottata anche dalla Corte d’Appello di Sumskyi, alla quale la madre si era rivolta per ottenere la sospensione del provvedimento, che ha rigettato l’istanza della donna fissando l’esecuzione del rimpatrio al 24 febbraio 2022.

Le complicazione per il rientro a Napoli a causa degli attacchi della Russia

La preoccupazione per il piccolo cresce ancora di più quando, alle 4 di questa notte, il presidente della Russia Putin ha annunciato l’operazione militare in Ucraina. “La nostra preoccupazione è che il rientro possa non avvenire”, spiega all’Adnkronos l’avvocato Foglia Manzillo, annunciando l’intenzione di rivolgersi al Ministero degli Esteri per avere rassicurazioni sull’operazione di rimpatrio del piccolo.

 

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Redazione Internapoli
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