Il gruppo di Emmanuele Marigliano avrebbe usato le armi senza alcuno scrupolo pur di affermare la sua presenza criminale sul territorio. Nell’ultima indagine contro i guagliuni delle Case Nuove sono state accertati diversi raid armati condotti all’esterno della loro roccaforte situata in un basso in via Capasso. Fondamentali per gli inquirenti sono state le immagini della telecamere posizionata fuori al covo.
Una ‘stesa’ ha destato particolare attenzione della Procura di Napoli. Alle 17:23 del 31 dicembre 2023, Luigi Mascolino ha esploso colpi di pistola in aria incurante del passaggio di donne e bambini. Dopo qualche minuto anche Ovalle Ortega è stato filmato mentre si è diretto verso il centro della strada per sparare in aria.
Nelle immagini, che appaiono estremamente allarmanti, è possibile vedere alcuni indagati esplodere colpi di arma da fuoco per strada, alla presenza di passanti e di bambini, senza alcun controllo. Per gli inquirenti sarebbe evidente la volontà del gruppo di “impadronirsi” del territorio, utilizzando il metodo intimidatorio, a discapito dell’incolumità dei passanti.
Il gruppo Marigliano e le armi
Nel mirino del Dda partenopea sono finite nove persone, oltre allo stesso Marigliano, il fratello Giuseppe , Antonio Sorrentino, Angelo Esposito, Luigi Avella, Luigi Mascolino, Antonio Arfentino, Ovalle Ortega, Renato Siotto. La loro base operativa era un terraneo in via Capasso usato per incontri e per nascondere pistole e proiettili.
L’immagine di Emmanuele Marigliano che passeggia con un mitra AK-47 davanti a una sala da biliardo diventa virale sui social, dove uno dei suoi compagni commenta ironico:«Sta facendo il militare davanti al biliardo. È sceso l’Isis». Lui stesso amava ribadire: «Voglio fare la guerra, la rivoluzione».
Gli investigatori del pool anticamorra, coordinati dalla Procura diretta da Nicola Gratteri, tracciano un quadro allarmante. Il 17 gennaio 2024, alle 18.30, una violenta sparatoria sconvolge corso Arnaldo Lucci: 86 bossoli trovati a terra e due feriti, tra cui un giovane di 19 anni, Nicola Giuseppe Moffa, e una passante innocente. Questo episodio segna una frattura all’interno delle nuove leve del clan Contini.