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HomeCronacaTelefoni e droga a Nisida: doppio sequestro nel carcere minorile

Telefoni e droga a Nisida: doppio sequestro nel carcere minorile

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Continuano i rinvenimenti di materiale illecito all’interno dell’Istituto penale per minorenni di Nisida. In due distinte operazioni condotte dalla Polizia Penitenziaria nel corso del fine settimana, sono stati sequestrati un microtelefono occultato in un televisore e una busta contenente sostanza stupefacente. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che torna a lanciare l’allarme sul crescente fenomeno dell’illegalità tra le mura carcerarie, anche in ambito minorile.

Il primo episodio si è verificato nella mattinata di venerdì 2 maggio, durante una perquisizione ordinaria. Gli agenti hanno scoperto un microtelefono abilmente nascosto all’interno di un televisore, presumibilmente in uso a un detenuto straniero maggiorenne. Il giorno successivo, sabato sera, grazie a un’attenta attività di osservazione, gli agenti sono riusciti a intercettare il passaggio sospetto di una busta tra due celle del secondo reparto al primo piano, occupate da detenuti italiani minorenni. All’interno è stato trovato un piccolo quantitativo di droga.

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Sono episodi che dimostrano l’efficacia e la professionalità della Polizia Penitenziaria, che, nonostante la cronica carenza di personale e mezzi, continua a far sentire forte la presenza dello Stato anche nei contesti più difficili”, ha dichiarato Federico Costigliola, responsabile SAPPE Campania per il settore minorile.

Più duro il commento del segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che denuncia un sistema penitenziario al collasso: “Questa è la conseguenza diretta di anni di ipergarantismo e provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto. I detenuti si muovono liberamente nei corridoi, anche in presenza di maggiorenni ristretti in strutture per minori”.

Capece ha rilanciato la richiesta del sindacato di dotare le carceri italiane di sistemi di schermatura per impedire il funzionamento dei telefoni cellulari introdotti illegalmente, definendola “l’unica misura di prevenzione realmente efficace”, visto che l’introduzione del reato specifico nel Codice penale non ha prodotto risultati concreti.

L’episodio di Nisida conferma una tendenza preoccupante: l’aumento dei tentativi di introdurre droga e telefoni nelle carceri italiane, anche minorili, a fronte di un sistema che fatica a reggere la pressione.

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