Era la notte del 2 marzo quando cambiò per sempre la vita della famiglia Onofri per il rapimento del piccolo Tommaso Onofri. Due individui con i volti travisati fecero irruzione nella casa, presero il piccolo Tommaso e fuggirono Aveva appena 18 mesi. I rapinatori presero anche 150 euro, che i due coniugi gli diedero in un disperato tentativo di allontanare l’attenzione dei criminali dalla loro famiglia.
Il 2 marzo 2006 cominciò la più disperata delle ricerche: tutto il parmense verrà battuto palmo per palmo per ritrovare anche la più piccola traccia di Tommaso che, oltre a essere molto piccolo, era un bambino che ha bisogno di cure: se non prende un farmaco anticonvulsivo, il Tegretol, la sua salute è fortemente a rischio. Alcuni elementi raccolti dalla scena del crimine portano gli inquirenti a individuare delle impronte: erano di Mario Alessi, colui che diventerà per tutta Italia il diavolo che ha rapito Tommaso e ne ha causato la morte.
Dopo un mese di appelli, indagini e peripezie, il corpo del piccolo Tommaso viene ritrovato. Era poco lontano da casa e, come si scoprirà, è morto 20 minuti dopo la fuga dei rapitori. Per tutto il tempo delle ricerche, non c’era mai stata speranza alcuna.
Dopo 14 anni di carcere è adesso in permesso premio Antonella Conserva, la donna condannata a 24 anni per il rapimento del piccolo Tommaso Onofri. Secondo quanto rivelato da News Mediaset, la donna si trova in questo momento fuori dal penitenziario di Bollate. Il piccolo Tommy, di soli 18 mesi, fu rapito il 2 marzo del 2006 nella sua casa di Casalbaroncolo (Parma). Il sequestro finì in tragedia con la morte del bimbo per mano di Mario Alessi, condannato all’ergastolo. A pagare fu anche Salvatore Raimondi, condannato a 20 anni per sequestro di persona. Antenella Conserva fu invece la carceriera del piccolo Tommy, reato per cui fu condannata a 24 anni.
Paola Pellinghelli, la mamma di Tommy, ha commentato a News Mediaset la notizia: «Sono sincera, è stata una doccia fredda. Sapevo che saremmo arrivati a questo momento, però non pensavo che la vita di mio figlio valesse così poco. Antonella Conserva deve fare solo i conti con la propria coscienza se ne ha una, non uscire in permesso premio». E ha aggiunto: «Io in qualche modo dovevo sopravvivere, per cui queste persone sono uscite completamente dalla mia vita. Diciamo che la mia vita è cambiata tanto perché siamo rimasti in due. Comunque la mancanza di Tommy si fa sentire ogni giorno da 14 anni».
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