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Un anno dalla scomparsa della piccola Kata: la procura indaga su 4 piste

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È passato ormai un anno da quando Mia Kataleya Chicclo Alvarez, per tutti semplicemente Kata, è scomparsa dall’ex hotel Astor in via Maragliano a Firenze, allora occupato abusivamente da decine di persone, tra cui Kata e la sua famiglia. A tre giorni dall’anniversario della sparizione della bambina peruviana, avvenuto il 10 giugno 2023, il procuratore capo di Firenze ha parlato di quattro piste principali.

Le quattro piste principali

“Crediamo che la scomparsa di Kata sia il frutto dell’attuazione di un piano ben organizzato e non di un’attività estemporanea”.

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Cosi il procuratore Filippo Spiezia in una conferenza stampa a un anno dalla sparizione della bambina peruviana dall’ex hotel Astor, a Firenze.

“La procura segue quattro piste: la prima quella del traffico di droga, poi il racket delle stanze all’ex hotel Astor, vicenda che sta a monte della scomparsa per cui la procura ha esercitato l’azione penale, la pista dello scambio di persona di Kata con l’amichetta e quella a sfondo sessuale”.

“La complessità delle indagini- ha detto il procuratore capo Spezia nel corso della conferenza stampa-  è legata anche al contesto molto particolare in cui si sono sviluppati i fatti, si tratta di comunità di soggetti peruviani e di soggetti di ‘area rumena’ che si sono caratterizzate per atteggiamenti anche non collaborativi. Ci siamo mossi anche in un quadro un po’ omertoso, che ha contribuito a rendere le nostre indagini molto complesse”.

Le ultime notizie di Kata

Alle 15.32 del 10 giugno 2023, Kata scende la scala esterna dell’hotel Astor. È questa l’ultima immagine della bimba peruviana che sembra sia scomparsa nel nulla. A distanza di un anno le ricerche non hanno sortito alcun esito: né buone né cattive notizie, nonostante l’impegno di tre magistrati della procura di Firenze e dei migliori reparti dell’Arma dei carabinieri. Alle indagini avevano partecipato, infatti, anche i cacciatori di Calabria, specializzati nella ricerca di latitanti e vittime di sequestri, avevano messo sottosopra ogni anfratto dell’immobile che nel settembre del 2022 era stato occupato da famiglie peruviane e romene. L’occupazione era nata come risposta all’annoso problema della casa per chi non poteva permettersela, nei mesi, però, l’ex hotel Astor era diventato un pericoloso focolaio di criminalità.

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