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giovedì, Marzo 28, 2024
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“Un proiettile in petto e uno in testa” papà Vincenzo racconta le ferite di Ugo

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Papà Vincenzo Russi ha raccontato quei tragici momenti in cui ha scoperto dalla morte del figlio Ugo: “Vi faccio vedere le foto di mio figlio che lavorava ed ora doveva iniziare con gli assistenti sociali di Napoli un corso di piazzaiolo, un progetto in cui lui era inserito. (scorre le foto del figlio sul cellulare ndr.). Lui s’arrangiava, trovava. Abbiamo 4 figli, uno 17, 15 (il morto), 11 e 15. Io l’ultima volta l’ho visto sabato sera alle 21 sono passato dal barbiere, si stava tagliando i capelli io sono passato di là dicendo che io e mia moglie ci saremmo recati a mangiare un panino e gli avevamo detto che la mamma le aveva fatto un panino. Poi non l’ho visto più, l’ho visto stamattina alle 6 con la fascia in testa, un proiettile in testa e uno al petto. Io stavo dormendo, l’ho saputo poco dopo. Non so neppure a che ora è successo. Io l’ho saputo verso l’Una“.

Vincenzo ha parlato anche degli amici e delle feriti del 15enne:  “Gli amici suoi erano parecchi, l’altro forse più piccolo o allo stesso età. Io vi dico: questo carabiniere l’ha voluto uccidere. Se mio figlio ha fatto qualche stronzata non lo so però vi dico che questo l’ha voluto uccidere. Io ho visto il proiettile al petto, con una benda sul foro. Io l’ho visto quando era già morto. Non abbiamo saputo nulla della dinamica. Rapina? Possono dire quello che vogliono, io ho precedenti vecchi per droga, l’ultimo reato l’ho commesso nel 2004. Sto andando avanti con il reddito di cittadinanza e c’ho una borsa lavoro che è quasi scaduta. Gli altri figli, il più grande è un pochino testa calda ma non è un camorrista. Ora sta lavorando. Quelli di 11 e 5 anni vanno a scuola. Ugo non voleva andare a scuola, andava a lavoro. Stanno scrivendo cose brutte.. Questo signore dovrebbe avere uno scrupolo di coscienza. Io ho chiamato l’avvocato per dire di non far sparire i filmati delle telecamere. L’ospedale devastato? La presunta sparatoria fuori alla Caserma dei carabinieri? Io non so nulla. Ragazzo tranquillissimo“.

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Il legale della famiglia di Ugo Russo vuol visionare le telecamere della zona

Attorno alle 3, il decesso. “Ugo lavorava, ha fatto il panettiere, il fruttivendolo, il muratore. Ugo Russo era un grande tifoso del Napoli – ha concluso Vincenzo Russo – un ragazzo dolce, che non aveva precedenti. Ora io e mia moglie vivremo soltanto per accudire i nostri 3 altri figli” di 17,11 e 5 anni. La famiglia, assistita dall’avvocato Antonio Mormile, sta chiedendo di visionare le telecamere della zona di via Generale Orsini. Ugo viene descritto come un ragazzo dolce.

La ricostruzione dell’Arma dei Carabinieri 

Nella tarda serata di ieri, nel quartiere di Santa Lucia, un 15enne, armato di pistola e con il volto travisato con scaldacollo e casco, giunto in via. Generale Orsini con uno scooter unitamente a un complice, ha tentato di rapinare l’orologio a un 23 enne, che si trovava a bordo della propria auto, in compagnia di una ragazza. La vittima, carabiniere in servizio in provincia di Bologna, sotto la minaccia dell’arma puntatagli alla tempia, dopo essersi qualificato, ha esploso tre colpi con la pistola d’ordinanza, ferendo il 15enne, che è deceduto poco dopo in ospedale.
Le indagini sono in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, con il Pubblico Ministero che è intervenuto sul posto, e affidate ai. Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli.

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