Un summit dell’Alleanza a Secondigliano. Il retroscena emerge nell’ultima ordinanza sul clan Bosti. I fatti risalgono al 26 giugno 2015 e sono stati ricostruiti dai magistrati: “Monitorando Bosti jr. e i suoi storici affiliati del clan Confini: Alfredo De Feo, Vincenzo Tolomelli e altri – che il 26 giugno 2015 si è tenuto un importante vertice di camorra a Giugliano, interrotto dall’intervento delle Forze dell’Ordine, cui hanno partecipato napoletani e giuglianesi, continiani e mallardiani del “Paese”, come sono soliti chiamarsi ed essere definiti gli affiliati ai Mallardo di stanza a Giugliano, essendo poi altro ramo di quella famiglia camorristica stabilmente insediato a Napoli, nelle stesse aree dei Confini e in particolare nella zona di “San Giovanniello” e dei Vasto. E’ ancora chiaramente emersa la pratica di concordare acquisti comuni di ingenti patrite di droga attraverso le cosidette “puntate”.
Nell’ordinanza emerge anche il ruolo di Francesco Mallardo, che seppure non indagato nell’ultima ordinanza, viene descritto come uno dei 3 capi della cosca. In particolare nei primi mesi del 2014, quano venne scarcerato dal carcere di Opera e relegato ai domiciliari a Sulmona, aveva assunto, secondo i magistrati, il ruolo di “codirigente, organizzatore e promotore anche del clan Contini per averne espresso, concordato e condiviso con i vertici storici le linee strategiche ed organizzative; per aver dettato gli assetti del nuovo gruppo dirigente dell’organizzazione e indicato le linee guida delle attività criminose e della gestione economica delle casse del clan, nominando altresì quali reggenti e propri rappresentanti dapprima Ettore Bosti, suo nipote e figlio di Patrizio e Vincenzo Tolomelli”.
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