Il sequestro da 5,6 milioni di euro che nelle ultime ore ha coinvolto Angelo Napolitano (noto anche come Napolitano Store) era stato — almeno in parte — anticipato dal giornalista Pino Grazioli, da mesi in rotta di collisione con l’imprenditore napoletano.
I rapporti tra i due sono ormai ai minimi termini, con continui botta e risposta che hanno occupato i rispettivi canali social per tutta l’estate: accuse, veleni e minacce, spesso nemmeno troppo velate, di rivelare dettagli riguardanti la vita privata dell’altro. Proprio un aspetto legato alla sfera personale di Napolitano avrebbe segnato la fine dell’amicizia con Grazioli: il commerciante-tiktoker non avrebbe mai perdonato la pubblicazione di un video, diffuso sui social dalla sua ex moglie, che lo screditava e lo accusava di fatti potenzialmente rilevanti anche dal punto di vista penale.
A pubblicare per primo il video — come sottolineato dallo stesso Grazioli — fu però il parlamentare Francesco Emilio Borrelli, con il quale il giornalista collabora da tempo. Secondo il racconto del cronista, Napolitano avrebbe preteso che Grazioli si adoperasse per far rimuovere il contenuto dai canali social dell’esponente di Alleanza Verdi Sinistra.
Il rifiuto di Grazioli di intercedere con Borrelli (e la ferma volontà del parlamentare di non scendere a compromessi con l’imprenditore) ha dato il via a una lunga serie di video postati sia da Angelo Napolitano che dal giornalista, in uno scontro che non si è arrestato nemmeno di fronte al provvedimento di sequestro notificato oggi.

