Con il volto ancora segnato da graffi e lividi, ha bussato più volte al portone dell’Ufficio Immigrazione di via Galileo Ferraris. Insistente, ha chiesto di entrare, di parlare con qualcuno. Ma l’ingresso è rimasto chiuso per lunghi, interminabili minuti – giusto il tempo che arrivassero le volanti del commissariato Vasto-Arenaccia, allertate per la presenza di un uomo che si rifiutava di andarsene.
La confessione shock
Una volta identificato dagli agenti della Polizia di Stato, l’uomo – un trentenne tunisino – ha pronunciato poche, agghiaccianti parole in un italiano incerto:
“Ho ucciso un uomo con cui ho litigato”.
È bastata questa frase per risolvere il giallo di Porta Capuana: nella notte tra martedì e mercoledì, un 27enne marocchino, Elhoucine Ziouani, è stato trovato senza vita, colpito al petto con un’arma da taglio.
Lite finita nel sangue
Secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri, l’aggressione sarebbe nata durante una violenta lite tra i due uomini, che si conoscevano da tempo. Poco dopo le 2:30 del mattino, complice qualche birra di troppo, uno scherzo fuori luogo avrebbe innescato la miccia. Le bottiglie che avevano tra le mani sono diventate armi: una è stata frantumata e il collo, trasformato in un’arma improvvisata, è stato usato per colpire con ferocia.
Un unico, letale fendente al petto. La vittima è stata soccorsa e trasportata d’urgenza all’Ospedale del Mare, ma i chirurghi non hanno potuto fare nulla: il giovane è morto poco dopo l’arrivo.
Il trentenne, dopo aver confessato l’omicidio, è stato posto in stato di fermo e trasferito nel carcere di Poggioreale.