La professoressa in servizio all’istituto scolastico ‘Catello Salvati’ di Castellammare si era sempre difesa con tutte le sue forze, negando ogni accusa, spiegando pubblicamente di avere semplicemente un rapporto amicale con i suoi studenti e che non si configurasse alcun reato nell’avere gli stessi tra i contatti Instagram.
Dopo essere rimasta vittima dell’aggressione da cui si sono originate le indagini che hanno portato al suo arresto, Veronica Sposito il 19 novembre 2024 parlava ai microfoni di ore 14 su Rai 2. “Non voglio più lavorare qui, non so se finirò l’anno scolastico. Ho lavorato in tante scuole a non mi sono mai trovata così – spiegava in lacrime l’insegnante 37enne di Meta di Sorrento – Non stanno bene i ragazzi e i loro genitori, mi trovo nei guai per essere stata un pò amica. Sono stata in tantissime scuole e non ho mai avuto di questi problemi. Non è reato avere i bambini su Instagram, mi sono cunsultata in famiglia dove sono tutti professori e presidi. Quindi la mamma di questo (riferendosi ad un alunno) non mi può fare proprio nulla: le calunnie sono denunciabili. Così non è lavorare, ma stare all’jnferno”.
Le lacrime avevano fatto breccia nei cuori di molti che sui social si erano scagliati contro i 30 genitori protagonisti dell’aggressione e della ‘visita’ a scuola il 14 novembre 2024, dove Sposito si occupava di Sostegno. I genitori dei ragazzini e delle ragazzine erano stati, infatti, apostrofati in ogni modo ed accusati di aver calunniato l’insegnante per giustificare i propri figli.
Nella mattinata di ieri però i Carabinieri – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – hanno arrestato la professoressa con l’accusa di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne, commessi in danno di alcuni studenti – tutti minori di 14 anni – della scuola media del predetto istituto.
L’insegnante di sostegno avrebbe sottoposto gli stessi a reiterate condotte di carattere sessualizzante, portandoli durante l’orario scolastico in un’aula riservata della scuola, da lei stessa soprannominata “la saletta”, dove avrebbe ripetutamente mostrato loro del materiale video pornografico, invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando anche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti, praticandogli in prima persona un rapporto orale.
@vittorio.sv3


