L’agente è indagato anche
per aver avvisato esponenti
dei Nuvoletta su imminenti blitz
di MAURIZIO CERINO
MARANO.
È fissato per questa mattina, davanti al gip Luigi Esposito, l’interrogatorio del sovrintendente di polizia Domenico Libardi. Il sottufficiale, assistito dagli avvocati Francesco Maria Tuccillo e Sergio Pisani, è stato arrestato l’altro giorno quando è giunto al commissariato Montecalvario, dove è in forza da diversi anni. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dallo stesso gip Esposito, su richiesta del pm antimafia Giuseppe Borrelli, è stata notificata da agenti della squadra mobile. Come oramai noto, sono due i capi di imputazione. Il primo è relativo a una rivelazione aggravata di segreti di ufficio in concorso, perché, utilizzando la possibilità di accedere alle diverse banche dati delle forze di polizia, il poliziotto avrebbe dato notizie a Corrado Iacolare, esponente del clan Nuvoletta e condannato nel processo per l’uccisione del cronista de «Il Mattino» Giancarlo Siani, dell’avvenuto inserimento, il 25 novembre 1999, del provvedimendo restrittivo giunto con la sentenza di condanna della corte di Assise di Appello emessa a luglio dello stesso anno. La seconda contestazione riguarda due distinte azioni. la prima, direttamente collegata alla prima accusa, sarebbe relativa a un aiuto fornito a Iacolare a sottrarsi all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, mentre la seconda riguarderebbe aiuti e suggerimenti forniti a un personaggio della stessa orbita del clan Nuvoletta, Giovanni S.. In pratica, secondo l’inchiesta, Libardi avrebbe istruito la moglie di Giovanni S. su come comportarsi per evitare una probabile perquisizione, e avrebbe aiutato lo stesso Giovanni S. a sottrarsi sia alle investigazioni che alle ricerche della polizia. Tutto sarebbe accaduto il 18 febbraio 2000.
Dai comportamenti del poliziotto, per la seconda accusa, sembrerebbe più assistere al modo di tutelare un confidente che a quello di voler effettivamente aiutare un delinquente a sparire. Un’impressione che si ha anche nei contatti intercorsi tra Domenico Libardi, un altro suo collega e Giovanni S.. Quest’ultimo sembra fornire ai due poliziotti indicazioni utili a concludere un’operazione antidroga con recupero di cocaina in casa di due fratelli incensurati di Giugliano. Dai risultati investigativi si appura che la droga ai due fratelli l’avrebbe fornita lo stesso Giovanni S., che, secondo la tesi accusatoria, voleva servirsi dell’amico poliziotto per rientrarne in possesso. Secondo l’accusa la conferma giunge con una telefonata successiva all’operazione di polizia.
Sulla rivelazione del segreto di ufficio entra in gioco anche la figura di Giuseppe Gala, detto Peppe showman, ucciso a novembre 2002, e del nipote Giacomo, che gestisce una discoteca, al quale Domenico Libardi avrebbe fornito le notizie relative al provvedimento restrittivo per Corrado Iacolare. Gala chiede al sottufficiale notizie a settembre ’99. Libardi a sua volta si rivolge a un collega addetto alla consultazione delle banche dati, poi la nuova comunicazione a Giacomo Gala: «tutto a posto». Lo stesso viene fatto il 27 novembre ’99 ma stavolta la risposta è diversa: Iacolare era ricercato. A tutto si aggiungono le dichiarazioni del pentito Massimo Tipaldi che, oltre a fornire indicazioni sul clan Nuvoletta, il 6 agosto ’99 dice: «Nell’estate ’96 Giuseppe Gala mi diede una pistola. Gli fu consegnata, alla mia presenza da tale Mimì la guardia. Questo poliziotto è in ottimi rapporti con Giuseppe Gala, tanto che era solito portare imbasciate su servizi di polizia che riguardavano i maranesi».
Queste le accuse. Oggi Libardi, con i suoi legali, dovrà difendersi.
IL MATTINO 11 GENNAIO 2003

