Nell’arrogante superiorità dell’età adulta, ci capita spesso di pensare che temi come la sicurezza sul lavoro o lo sfruttamento minorile non interessino e non possano essere compresi dai più piccoli. E mentre a tavola evitiamo i telegiornali, convinti che scene particolarmente crude non si adattino ai nostri figli, capita che bambini tra gli otto e i dieci anni scoprano con entusiasmo quanto possa diventare semplice comprendere un mondo talvolta troppo complicato ai loro occhi: il mondo dei grandi.
E’ quello che è accaduto ad alcuni alunni del 2° circolo di Villaricca, la scuola elementare “G. Rodari”, che per il progetto scolastico in rete “Scream”, lo scorso giovedì, accompagnati dai loro docenti, hanno avuto la possibilità di visitare una nota azienda di pelletterie di Melito di Napoli, la Shosen s.r.l..
Stavolta, però, non sarebbe corretto parlare di una semplice visita guidata alla struttura, in quanto, dopo aver attentamente passato in rassegna i vari macchinari industriali, comprendendo così il processo di fabbricazione del prodotto, gli scolari hanno avuto la possibilità di incontrare ed intervistare un responsabile di settore e un operaio.
L’occasione ha stimolato fortemente la curiosità dei bambini e le loro domande hanno toccato i temi più vari: il numero delle ore lavorative, quello degli operai, la paga media dei vari dipendenti, la fatica del lavoro, ma soprattutto la presenza di sistemi di sicurezza, l’eventuale utilizzo di materiale nocivo, la presenza di operai minorenni.
Domande, queste ultime, che mostrano come le morti bianche o lo sfruttamento minorile interessino i bambini più di quanto la loro ingenuità e la giovane età possa far credere. Testimoniano una partecipazione attiva a ciò che accade nel mondo, un desiderio di essere informati e un malcontento per quelle risposte fuggitive e deviate dei genitori.
Al contrario la semplicità e la chiarezza del personale da loro intervistato ha mostrato che l’informazione non ha bisogno di parole altisonanti né di immagini pompose e cruenti, ma necessita unicamente della verità e della delicatezza nel saperla presentare.
Un incontro dunque, tra alunni e dipendenti della fabbrica che non si risolve nella comune esperienza di un uscita scolastica, ma che apre scenari ben più ampi e mostra come, al di là della play-station e dei video games, i nostri bambini desiderino un’ informazione che stimoli la loro curiosità e non escluda nessuno.
Valentina Ottavia Di Lauro
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ
