La sfiducia al Sindaco Galdiero messa in atto dagli undici consiglieri comunali di diversa estrazione partitica è un evento politico straordinario che ha decretato di fatto lo scioglimento del Consiglio Comunale e nuove elezioni.
L’operazione rivela in maniera traumatica tutti i limiti di una concezione politica chiusa negli angusti confini paesani, sopravvissuta a sé stessa, oramai incapace di leggere le istanze e i bisogni di una cittadina di circa 30 mila abitanti che quasi si confonde con la periferia di Napoli.
Tracce di questa politica ristretta, più portata alla gestione che al progetto se ne riscontrano a iosa; e sono elementi di non poco conto se si tiene conto che Qualiano non ha mai avuto, fino a qualche mese fa, uno strumento per regolare lo sviluppo urbanistico de paese, non ha mai avuto un semaforo per regolare il traffico, un progetto per disciplinare la circolazione automobilistica. Perché nel circondario si sono dotati dei PIP (Piani Insediamenti Produttivi) e Qualiano non l’ha mai avuti? E perché non ha un’Area Artigianale degna di questo nome?
Per farsi un’idea della qualità della vita a Qualiano, senza citare le attuali drammatiche emergenze, ci rendiamo conto subito, che lo standard di vita qualianese, inteso come fruizione di offerte culturali, di possibilità di aggregazioni giovanili ( nel teatro, nella danza, negli incontri di cultura, di attualità e di musica) sia al di sotto di quello del circondario. Né si ricordano a memoria d’uomo, programmi di interventi delle varie Amministrazioni comunali orientati alla promozione qualitativa del tempo libero dei qualianesi. Né si è mai sostenuto e sviluppato strutture di alto valore funzionale e simbolico, come la Biblioteca Comunale ( vedi Biblioteca Comunale di Giugliano o l’ex Cinema Lily diventato, proprio in questi giorni, Teatro G. Siani con un cartellone che indica i nomi dei migliori artisti partenopei).
L’amara realtà di un paese lasciato senza stimoli al confronto e alla contaminazione esterna si riflette nella società qualianese di oggi, costretta a ripiegare su di sé da una asfissia iniziata con l’esautoramento delle regole nella guida politica che parte dal palazzo di Piazza del Popolo e riverberato nel paese con una allettante politica dalla spesa facile e spesso inutile ai qualianesi (vedi il milionario Centro di Cottura). Tutto ciò lascia in seno alla società qualianese macchie di desertificazione e di anarchia che mai prima abbiamo conosciuto.
Non ancora metabolizzata l’eredità dell’era Schiano, una Qualiano assopita da un sindaco che da solo vede e provvede per tutti, si ritrova a fare i conti con una crisi amministrativa che aggiunge
ai problemi di ieri, ancora caldi e fumanti, quelli creati in un anno e mezzo, con atteggiamenti guasconi, da un sindaco che sbandiera a tutti i suoi soli meriti che l’hanno portato al 72 % dei consensi.
E’ evidente che non basta un candidato che faccia vincere. Annunciare il cambiamento per poi sostituirsi al vituperato predecessore e, non bastano neanche le ricette individuali di chi guarda al presente con gli occhi del passato come ha fatto finora il dimissionato Sindaco Galdiero che,
nella sua sintesi risolutiva si rivolge ai cittadini avocando a sé, e solo a se stesso, l’interpretazione dei sentimenti e della volontà di un popolo; emarginando di fatto il ruolo delle istituzioni che hanno una funzione di concertazione, di elaborazione, di mediazione e di equilibrio come il consiglio comunale, le forze politiche, le associazioni e finire poi, per mettere a giacere nell’anticamera della stanza del Sindaco le forze politiche di maggioranza portatrici delle istanze che hanno sostenuto e permesso la sua affermazione politica.
La crisi che ha mandato a casa Galdiero ci indica con chiarezza dove e quali sono i limiti di un guida politica incapace di leggere una realtà complessa, dinamica e sofferente, di selezionare i valori da promuovere da quelli velenosi, di stimolare una virtuosa aggregazione sociale e attraverso un incessante coinvolgimento promuovere una rete di iniziative per parlare a tutti e chiedere il contributo di tutti. Gravissima, la noncuranza con la quale il sindaco ha deciso di escludere dalla vita politica il vasto schieramento di forze, rappresentativo di bisogni, speranze e interessato a un cambiamento generale.
Trovano origine qui le ragioni di un vortice che si è fatto ciclone e ha travolto e spinto alla deriva la politica di Pasquale Galdiero. Si sbaglia chi pensa a un fulmine a ciel sereno, ad un’imboscata di potere tesa a un politico dal pugno fermo, a un Robespierre della politica nostrana.
Liberarsi del sostegno dei Democratici di Sinistra perché non avevano consiglieri comunali ma solo idee e progetti, o di una parte dei Socialisti, sostituire l’Udeur quando dissente, con la Margherita stipata giù in cantina, e se ancora non basta, cercare altri partner nella vituperata minoranza di Schiano, rivela l’attitudine, mai dismessa, all’uso di arrugginiti strumenti della divisione, della contrapposizione per badare alla sola cosa che conta, restare in sella.
Per mandare avanti un paese c’è bisogno di tutti. Proprio di tutti.
Oggi la politica qualianese ha urgente bisogno di superare il dualismo Galdiero/Schiano che risultano essere due facce della stessa medaglia, di un’unica politica, il prolungamento di un passato inadeguato alle istanze e ai bisogni della Qualiano di oggi, che frena la partecipazione dei cittadini alle scelte e alla modernizzazione del paese.
Il Laboratorio degli “Undici” con le forze di riferimento ed esteso a chiunque liberamente vuole parteciparvi, deve farsi carico di proposte che devono essere percepite come sostanza, che non siano di facciata. La profondità di analisi darà lo spessore delle proposte per la futura Qualiano. E la lunghezza del dispiegamento della nuova azione politico-amministrativa che si intende realizzare.
Qui, è indispensabile evidenziare l’agire politico più deleterio, esercitato tra le mura di Qualiano e il superamento delle nefaste conseguenze che ancora pesano sul futuro del paese.
La fase politica straordinaria che oggi vive la politica qualianese, apre alla possibilità di dare vita a una grande coalizione e si apre un grande spazio che sta noi riempire con un’offerta politica credibile, anche complessa ma al tempo stesso comunicabile. Una proposta capace di parlare a tutti, con al centro la crescita di Qualiano e la sua coesione sociale; capace quindi di giungere all’intelligenza e al cuore dei qualianesi. Valori positivi e non di scontento. Valori di unione e non di divisione.
Io penso questo: nessuna offerta politica per Qualiano, per quanto innovativa e potenzialmente capace di parlare alla società qualianese, sarà credibile se al centro, nell’identità della nascente coalizione non prevale un asse culturale e politico con una forte identità di cambiamento, nei contenuti e nei progetti, che sappia aprirsi a chi può dare ciò che occorre alla comunità, che possa recare un servizio al rinnovamento, contribuire ad indicare la via per uscire dal passato.
Carmine Sgariglia
Partito Democratico – Qualiano


