Allarme ecologico nel Giuglianese. I piromani appiccano le fiamme alò pattume fuorilegge alimentando i fumi della diossina. L’ombra della camorra dietro i roghi. Legambiente: vogliamo un presidio militare
di UGO FERRERO
GIUGLIANO – Un filo nero lega Marcianise a Giugliano. Ha il colore della morte, lo stesso che offusca le anime appagate di chi finge di non vedere. Segnali di fumo. Sono le colonne originate dalla combustione dei rifiuti fuorilegge: le dense cortine si alzano minacciose dalle campagne del Giuglianese. Quotidianamente. I piromani agiscono di notte. Appiccano fuochi a raggiera alle cataste di rifiuti illegali. Non hanno morali da difendere. Soltanto li muove la possibilità di fare affari, difesi dalle coperture “che contano”. Si procurano appalti d’oro per la bonifica. Risparmiano fior di quattrini per lo smaltimento legale. Fini calcolatori, speculano anche su piccole discariche, magari collusi con organizzazioni malavitose che tracciano disegni economici su vasta scala.
Legambiente non ha dubbi: la diossina originata dai roghi selvaggi avvelena aria e terreni, entra nella catena alimentare, rompe equilibri ecologici, infetta capi di bestiame, arriva sulle nostre tavole. L’associazione ambientalista aveva denunciato i rischi di questo micidiale anello oltre un anno fa su “Cronache”, quando di diossina ancora non si parlava. E ora che il caso è esploso – con i sigilli a 12 fattorie e il sequestro di 5720 capi di bestiame in Terra di lavoro – cresce l’allarme anche nei Comuni dell’hinterland. L’Agro giuglianese, già simbolo dello scempio ambientale, è a ridosso della vasta zona che segna il confine tra le periferie di Napoli e di Caserta. Le due province sono divise da pochi chilometri. L’asse mediano, la spina dorsale del diavolo, corre su due corsie a scorrimento veloce. Attraversa paesi, divide in due le città. E’ la frontiera cupa del malessere, l’altare che scorre su cemento e degrado: qui il Male si espande come un cancro. Ogni giorno – a ridosso della lunga arteria – si bruciano tonnellate di rifiuti illegali, pneumatici, materiali plastici. C’è la mano della camorra: brillante regia di un film tetro. La mala controlla il territorio, il giro degli appalti, il traffico degli stupefacenti, quello dei rifiuti tossico nocivi. Tutto. Decide candidature politiche, snellisce la macchina burocratica in cui si ingolfano promesse e autorizzazioni. Occupa un ruolo di rilievo per la sua capacità di penetrazione nel sistema economico legale.
Quello dei roghi di rifiuti fuorilegge è un fenomeno noto. E il conseguente allarme-diossina rimbalza da Marcianise a Giugliano con la forza di un boato. “Sono centinaia i falò che ‘illuminano’ quotidianamente le notti delle nostre terre – denuncia Raffaele Del Giudice di Legambiente -. Chiediamo con forza che le indagini e le analisi si estendono anche ai nostri territori: è necessario – aggiunge – avere una mappa più dettagliata di un fenomeno che avevamo già denunciato ed è stato colpevolmente sottovalutato. Nei prossimi giorni – spiega – verrà presentato il rapporto ‘Ecomafia- Campania’, quella sarà l’occasione per chiedere ufficialmente il presidio militare delle aree a rischio”. Altrettanto deciso il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo: “Questa è una faccenda da non prendere sotto gamba. Troppe volte nel nostro paese si sottovaluta la pericolosità di alcuni fenomeni. Basta pensare a Seveso: si disse che non era grave, poi tutti sanno come è andata a finire”.
Dietro gli incendi notturni si muovono gli stessi personaggi, con le stesse motivazioni, gli stessi interessi. Le immagini rubate di nascosto e che pubblichiamo in questa pagina testimoniano la grandezza di un fenomeno che da queste parti non allarma più nessuno. I piromani colpiscono a Villaricca, Qualiano, Giugliano, di notte, con stracci e taniche di benzina, creano trappole di fuoco a lenta combustione. Fuggono via e lasciano dietro una rabbia e una sola certezza: quel territorio non sarà più come prima.


