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mercoledì, Giugno 26, 2024
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CHIUSURA DEI CONSORZI DI BACINO. GIUGLIANO: 200 LAVORATORI A RISCHIO

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Saranno sciolti a breve i consorzi di bacino, compreso ovviamente quello di Napoli1, sito nel comprensorio giuglianese con il rischio che i suoi lavoratori attuali diventeranno a breve disoccupati .
Primo decisionario è il commissario De Gennaro. Tra i suoi mandati, infatti, c’è anche quello dello scioglimento dei consorzi di bacino, definiti dai più, anche dai membri interni, come “grandi carrozzoni” quasi senza ragion d’essere.
Per la questione campana, poi, già da qualche mese la notizia diffusa è che i consorzi di bacino della provincie di Napoli e Caserta, istituiti con la legge della regione Campania del 10 febbraio 1993, n. 10, sono in via di scioglimento e saranno poi riuniti in un unico consorzio, la cui gestione sarà affidata ad un soggetto da individuare con successivo provvedimento del Sottosegretario di Stato.
Uno dei principali motivi, secondo i bene informati, che ha portato alla decisione di sciogliere i consorzi è quello che li ha visti da sempre- per quanto senza prove di fatto- legati alla camorra locale per la gestione del ciclo di rifiuti e della differenziata.
Ma dietro questa storia fatta di legge ce ne è un’altra, ben più dura per chi dovrà affrontarla da qui a qualche giorno.
I circa duecentocinquanta lavoratori del consorzio di bacino, infatti, rischiano di essere messi in strada. Dopo le battaglie combattute mesi fa per il rinnovo del loro contratto, ora riprendono a lottare per la certezza di un posto di lavoro. La maggioranza dei lavoratori sono peraltro già anziani e per loro sarebbe difficile poter cercare, da ora, un nuovo lavoro.
Paradossale, poi, il fatto in sé. I lavoratori del consorzio di bacino, infatti, sono definiti per legge come impiegati comunali atipici e quindi dovrebbero al massimo essere trasferiti nei comuni limitrofi che necessitano di personale aggiunto o comunque presso le sedi degli uffici comunali. Sconcerta invece la notizia di un possibile licenziamento coatto in tronco, senza la possibilità di veder profilare altre alternative lavorative, sia per i lavoratori che per la classe dirigente.
Nessuna protesta è ancora in atto, però, forse perché i lavoratori cercano ancora di comprendere quale sarà il loro reale futuro e in caso d risposte negative procederanno con le loro personali rimostranze. Intanto il consorzio cesserà d’esistere per diventare consorzio unico per le due province di Napoli e Caserta in attesa, peraltro, che si decida anche del perdurare o meno delle stesse province che potrebbero essere eliminate fra non molto tempo.

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