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QUESTIONE “ACQUA”: PRIVATIZZAZIONE, BOLLETTE PAZZE E TRIBUTI EVASI

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E’ un anno e mezzo che si è insediata l’Amministrazione Onofaro e riecheggia ancora nelle piazze e lungo le strade di Qualiano lo slogan elettorale che ha accompagnato le promesse e gli impegni assunti, per adesso non mantenuti dal Sindaco e dalla sua Maggioranza: Giù le mani dall’acqua: Il bene supremo, prezioso e inalienabile dell’uomo torni ad essere gestito da mani pubbliche e senza scopi di lucro. Che i cittadini paghino il giusto tributo del servizio erogato, che paghino tutti per pagare meno. Questa la retorica delle promesse e della politica. I fatti incontestabili che sono sotto gli occhi di tutti invece registrano non solo un pauroso immobilismo, un vuoto di idee e provvedimenti per la corretta e funzionale gestione della cosa pubblica, ma un pericoloso avventurismo amministrativo che coinvolge e chiama in causa anche ampi settori della pubblica Amministrazione di funzionari e dirigenti Comunali. La Maggioranza e il Sindaco sono inchiodati alle loro responsabilità politiche da una richiesta di Convocazione di Consiglio Comunale dell’Opposizione che giace agli atti già dallo scorso anno, con la quale tutto il Consiglio è chiamato a decidere e pronunciarsi sulla revoca della famosa delibera del 2002 avente ad oggetto l’adesione al Consorzio di Orta di Atella e alla società Acquedotti scpa.

E’ da tempo immemorabile che le Amministrazioni precedenti e questa in particolare insieme a tutta la “macchina comunale” sono chiamate ad onorare una grande responsabilità e colmare un vuoto che esse stesse hanno generato: informatizzare, organizzare e valorizzare l’ufficio tributi del Comune, che attraverso l’istituzione della cartella unica del contribuente e dotandosi di una efficiente e aggiornata Banca Dati a controllo incrociato delle utenze possa combattere l’evasione e l’elusione fiscale, applicando un principio di equità fiscale e sociale: pagare tutti per pagare meno.

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Ma, nel mentre infuria una battaglia politica tutta interna alla Maggioranza senza esclusione di colpi rivolta a ridistribuire il potere, le cariche e le nomine, viene recapitato agli ignari cittadini e contribuenti un ruolo ordinario emesso per il Canone acqua per gli anni 2006 e 2007 senza aver preso prima, da parte del Comune o di un suo incaricato, la lettura negli anni in questione degli effettivi consumi degli utenti. In questo ruolo si evince non solo una errata applicazione del sistema tariffario vigente al momento in cui è maturata l’obbligazione di pagamento dei canoni idrici degli anni 2006 e 2007 ma anche e soprattutto la mancata rilevazione della lettura effettiva dei consumi che ne avrebbe determinato il calcolo esatto e corretto dei costi sia per le eccedenze che per le acque reflue da addebitare. Ne consegue che questa sorta di peccato originale e di vizio di procedura ha generato un vulnus di illegittimità di tutto il ruolo emesso che è impugnabile davanti al Giudice di Pace da ogni contribuente a prescindere dall’importo della bolletta e dei consumi addebitati.

Un pasticcio di dimensioni gigantesche e dalle conseguenze economiche incalcolabili per l’Ente. L’Opposizione che ha individuato l’errore ha proposto molto responsabilmente all’Amministrazione: La sospensione del ruolo al 31/12/2009 che, riconosciuto l’errore da parte dell’Ente, eviti al cittadino contribuente di fare ricorso al Giudice di Pace impugnando la cartella di pagamento e sulla base di questa evitare la lite e la controversia in atto, redigendo un effettivo “accordo tra le parti” che includa tutti i contribuenti. Apprendiamo costernati, attraverso le dichiarazione dell’Assessore al Bilancio, che il Sindaco, la Giunta i Consiglieri di Maggioranza e Opposizione avrebbero contribuito alla stesura della Delibera di Giunta n° 120 dell’8 luglio 2009 con la quale “le liste di carico dei ruoli possono essere rideterminate su richiesta del contribuente”. E’ in assenza di questa richiesta cosa succede ? Non è questa la posizione dell’Opposizione la quale ritiene nullo qualsiasi documento Sindacale, di Giunta o di Consiglio che non preveda in premessa “la sospensione del ruolo fino al 31/12/2009” per cui in mancanza, ha invitato i cittadini a continuare a ricorrere, nel termine dei 60 giorni dalla notifica della cartella, al Giudice di Pace, cosa che sta avvenendo a valanga. Del resto un “concordato tra le parti” dal punto di vista giuridico ha motivo di esistere, essendovi una controversia in atto, allorquando le parti di comune accordo decidono l’ una di sospendere il ruolo (il Comune) e l’altra di non adire a vie legali. (il cittadino) Al contrario, il “presunto concordato” emanato con questo atto unilaterale dal punto di vista giuridico e anche politico- amministrativo da parte dell’Amministrazione: è da ritenersi nullo.

Quali saranno le conseguenze economiche e politiche di un Comune in grandi difficoltà finanziarie, di un’Amministrazione e della sua Maggioranza, che in presenza di centinaia o potenziali migliaia di ricorsi dei contribuenti al Giudice di Pace e che per effetto di queste “cartelle del canone acqua del ruolo 2006/2007 fatte nascere pazze per un evidente errore di procedura e istruttoria del ruolo emesso”, non ha saputo o voluto ascoltare la responsabile voce dell’Opposizione e delle sue proposte?

Stefano Panico
Componente del direttivo del Pd di Qualiano

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