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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Calcio/Serie A: Napoli, successo grigio ma futuro di lusso. E a gennaio due ritocchi per volare

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Dei tanti Napoli di Mazzarri quello visto contro il Chievo è stato forse il più brutto. Sono andati in scena finora il Napoli bello e rabbioso nelle rimonte, quello narciso e sciupone, quello che gioca a poker con la fortuna. Ieri ennesimo travestimento: in campo un Napoli per nulla convincente ma cinico e alla lunga vittorioso. Come le grandi squadre, si dirà. In verità, non manca moltissimo a questo gruppo per consacrarsi ad alti livelli. Servono un paio di innesti per essere competitivi da subito, terzino sinistro e centrocampista; da giugno poi un bomber da 20 reti ed un forte difensore centrale completerebbero la fisionomia azzurra. Già ora comunque Mazzarri sta cavando il massimo da giocatori che con Donadoni sembravano brocchi ed ora appaiono rivitalizzati. Certo, Aronica non sarà mai Cabrini né Pazienza avrà mai i piedi di Pirlo. Ma la squadra è solida, riesce sempre a stare sul pezzo, come si dice in gergo giornalistico; anche quando barcolla, non cade mai e se cade si rialza sempre. Si preparava in avvio di gara un dolcissimo arrivederci al 2009. Napoli sciolto, veloce, autoritario. Gargano partiva in percussione palla al piede e serviva Denis che veniva steso in area da Sorrentino. Penalty vincente di Hamsik, al suo ottavo gol in campionato e match che sembrava in discesa. Quale miglior regalo per un Napoli che poteva a questo punto aspettare il Chievo e ripartire in velocità, cioè fare il suo gioco preferito? Ed invece inizia un’altra storia. I veronesi prendono in mano la partita; il napoletano Sardo ci tiene a ben figurare e scende sulla fascia che è un piacere, in tandem con l’ottimo Luciano. Quest’ultimo mette in croce il malcapitato Zuniga, che conferma di non essere adatto agli schemi azzurri. Discreto in fase offensiva anche se un po’ arruffone, disastroso in quella difensiva. Dalla sua corsia nascono tutti i pericoli per la retroguardia partenopea, che si fa schiacciare dal gioco alto e arioso degli ospiti. Marcolini sulla sinistra frena Maggio, Pinzi tra le linee fa l’elastico e tiene bassi Gargano e Pazienza, finendo per scompaginare la mediana azzurra. Il Napoli appare così spaccato in due tronconi; i tre dietro che soffrono da matti, pasticciano e fanno di tutto per farsi bucare, centrocampo inesistente in fase di proposizione, punte isolate, tra cui c’è però un Quagliarella leonino. Mazzarri cerca di metterci una pezza togliendo Zuniga in avvio di ripresa e inserendo Contini; Aronica scala sulla fascia ma neanche questa mossa produce granchè. Non sembra giornata da alchimie tattiche, il Napoli sembra aver la testa alle vacanze e si sdraia pigramente su una vittoria fin qui ottenuta col minimo sforzo. Entra il riscoperto Bogliacino ed esce Denis che non aveva demeritato, con Quagliarella che torna a fare la prima punta. Ora anche il Chievo è calato, prima Maggio controlla male al limite dell’area un pallone servitogli da Quagliarella poi Hamsik spara alle stelle da ottima posizione. Gol sbagliato, gol subito? Ma no, il Napoli, dopo Parma e Cagliari, è in credito con la fortuna. De Sanctis sbriga bene il traffico in area, nonostante le mille, piccole sbavature dei suoi colleghi di reparto finchè, a quattro minuti dal termine, Bogliacino lancia in profondità Quagliarella che controlla e mette in cassaforte i tre punti. Dopo 5 vittorie e 5 pareggi, ora il Napoli è sesto, a soli tre punti da una sgangheratissima Juve. A gennaio la società dovrà muoversi in due direzioni: da una parte, sfoltire la rosa e cedere i doppioni, anche tramite scambi; dall’altra prendere quelle due-pedine-due per un primo salto di qualità. Coraggio Napoli, la strada è quella giusta.

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