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giovedì, Giugno 27, 2024
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«PARAGLIOLA Ucciso durante gli straordinari. Pensava sempre ai suoi figli»

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«Venerdì mattia Gennaro non doveva neanche essere di guardia alla Banca Popolare Antonveneta. Aveva finito il turno di notte da un’altra parte ma, invece di tornare a casa a dormire, ha voluto fare qualche ora di straordinario. L’ha fatto per portare a casa qualcosa in più». Lo rivela un collega di Gennaro Paragliola, la guardia giurata uccisa due giorni fa al mercato ittico di via Lombroso. L’uomo a stento trattiene la commozione pensando al destino del compagno ucciso venerdì Santo con un colpo di rivoltella sparato da due banditi per neppure 5.000 euro. «Quelle ore di lavoro straordinario le faceva per raggranellare qualcosa in più, per la sua famiglia» aggiunge il cognato della vittima.
In casa Paragliola, al primo piano di un edificio di via Ciro Menotti 20, periferia di Legnano, dolore e commozione sono forti. Dappertutto ci sono foto che ritraggono la guardia giurata uccisa in momenti di gioia.
Tra venerdì e sabato mattina sono arrivate anche le tre sorelle dell’ uomo. Una vive a Canegrate mentre le altre due risiedono a Giugliano, il centro campano dove il loro fratello nacque 49 anni fa.
Enzo e Giusy, 23 e 25 anni, i primi due dei tre figli di Gennaro, la terza e’ una bambina di 6 anni, ricordano il padre come una persona dolce, legata alla famiglia: «Il suo passatempo – ricorda Enzo – era curare il piccolo giardino di casa. Lo rilassava e lo distraeva dalle tensioni di un lavoro difficile e delicato». «Conosceva bene il suo mestiere – ricorda Giusy in lacrime – e ne percepiva il pericolo. A volte diceva che in quel lavoro si sa quando si esce da casa ma non quando si rientra. Forse pensava agli straordinari. Di una cosa siamo sicuri: non aveva nemici».
Gennaro Paragliola sul lavoro non improvvisava mai. Non lo dicono solo i colleghi ma anche la famiglia. «Era scrupoloso – ricordano i parenti – e spesso andava al “Tiro a segno nazionale” di Legnano, dove si esercitava per ore con la pistola.
Ora per la famiglia è il momento del dolore. Tutto ciò proprio a Pasqua: «Avremmo organizzato qualcosa per domenica e lunedì – dice Enzo -. Forse una grigliata in giardino, tutti insieme». Con carne di agnello, vino e, certamente, anche con le cozze e quei due chili di calamari francesi che Gennaro aveva ordinato al venditore di pesce, l’ amico Hassan, prima di salire le scale che portano alla Banca Popolare Antonveneta, all’interno del mercato ittico di Milano, e che lo hanno condotto verso la morte.

Francesco Sanfilippo
(Corriere Milano)

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