«La storia rappresenta, per ogni paese, per ogni famiglia, la chiave di lettura dei fenomeni sociali e politici del nostro tempo e costituisce le fondamenta per il futuro. Se mi fosse possibile tornare indietro per almeno 5 lustri, mi vedrei per la prima volta candidato alla carica di Consigliere Comunale e con essa tutto il fardello di buoni propositi che condividevo con tanti giovani amici, compreso Lei, caro Sindaco.
Consideravamo le cariche elettive come impegno morale a favore della collettività che ci aveva visto nascere, crescere e ci aveva insegnato il rispetto della cosa pubblica come quello che dovevamo avere per le nostre case.
Ricordo le battaglie congiunte, unitamente agli altri giovani (Picascia- Fertuso –Licciardiello – Sgariglia – Ranucci ecc….) che spesso ci vedevano schierati contro la « vecchia guardia » e contro un principio errato che vedeva le cariche amministrative confondersi con le persone.
Nelle battaglie di rinnovamento Lei ebbe la possibilità, in giovane età, di essere Sindaco di Qualiano. In tale periodo, nella qualità di capogruppo della Democrazia Cristina, ho sempre sostenuto la Sua direzione politica e programmatica che, quasi mai, eccetto il problema « Scalese », si discostava da quelle che erano le direttive del partito. Nel 1993, dopo dieci anni dalla prima esperienza, nel rispetto delle idee che ci avevano visto compagni nell’avventura politica, ben 15 consiglieri su 18 della Democrazia Cristiana non ripresentarono la propria candidatura. Lei, invece, continuava.
Fu eletto Sindaco il dott. Galdiero . I quattro anni di amministrazione continuarono nel solco dei principi che avevamo tracciato. Venne successivamente un suo doppio mandato. Le cose sono precipitate in modo così verticale che allo stato il Paese è visto come un ammalato in rianimazione. Tale situazione non è generata solo ed esclusivamente dalle casse comunali vuote, e di cui è il maggiore responsabile, ma, essenzialmente,dalla mancanza di riferimento di guida morale che l’Amministrazione dovrebbe rappresentare per il Paese e per il personale comunale.
Oggi, giustamente, si piange quando un giovane alla conduzione di un motorino guidato senza casco, muore nello scontro con altro veicolo, Ma, a tale disgrazia, dobbiamo chiederci se abbiamo fatto il possibile per evitare una simile tragedia. E’ necessario, alla vigilia del prossimo voto, che la vede ancora una volta candidato, a ventitrè anni dalla prima volta, se si sente più amministratore o imperatore. Nell’uno o nell’altro caso dovrebbe sentire il dovere di presentare un bilancio consuntivo della Sua amministrazione, almeno degli ultimi cinque anni.
Allora caro Sindaco mi sento nel diritto, come cittadino , di conoscere:
- 1) quanti debiti ha il Comune ?
- 2) perché non vengono pagate le forniture e le prestazioni rese a favore dell’ente?
- 3) perché il Commissario ha provveduto all’aumento dell’ICI , quando nella campagna elettorale del mese scorso Lei ha sostenuto la sua abolizione?
- 4) perché non vengono notificati i ruoli di acqua e spazzatura da diversi anni?
- 5) perché il traffico e l’area irrespirabile sta rovinando la vita dei cittadini?
- 6) perché i giovani alla guida dei motorini sono tutti privi di casco?
- 7) perché Qualiano ha una situazione di trasporto disastrosa?
- 8) perché i campi da tennis sono stati devastati?
- 9) perché sul territorio vi è poca sorveglianza da parte delle forze dell’ordine?
- 10) perché non è stato approvato il piano regolatore?
Queste caro Sindaco sono solo 10 domande per le quali i cittadini, che sono sudditi, chiedono risposta.
Se avrà la dignità di dare le risposte, Le sarò grato! In caso contrario nell’augurarLe un ripescaggio al Consiglio Regionale, potrà continuare a fare l’Imperatore fin quando l’elettorato lo consentirà».
Un vero amico,
STEFANO ODIERNO
Udeur Qualiano