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venerdì, Marzo 29, 2024
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«DESTRA E SINISTRA: A LIVELLO LOCALE PARI SONO»

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“Dio è morto, Marx è morto… e anch’io non mi sento molto bene”. Già anni fa una celebre frase di Woody Allen aveva prefigurato il disagio dell’uomo contemporaneo dinanzi alla crisi dei due sistemi guida dell’umanità degli ultimi secoli: cristianesimo e marxismo. Poi, la Secolarizzazione della società e lo svuotamento, o meglio l’azzeramento delle ideologie, hanno fatto il resto. Così le differenze tra destra e sinistra si sono ridotte al minimo e, quindi, per comprendere e distinguere le due politiche non si possono più utilizzare gli schemi del passato. Una volta al capitalismo si opponeva l’economia autarchica (quella dei paesi dell’est, per intenderci). Alle libertà individuali, l’eguaglianza di fatto. Ma l’elemento di distinzione era di natura etica e consisteva nella presunta superiorità morale degli uomini politici di sinistra. Tutto ciò è crollato con la caduta del muro di Berlino e, in Italia, con l’avvento di Tangentopoli. La disgregazione dei partiti, infatti, ha causato una moltitudine di effetti negativi tali da far rimpiangere il vecchio sistema. Lo scontro tra destra e sinistra si è spostato dal terreno politico a quello della morale: entrambe le forze sostengono lo stesso sistema economico: il capitalismo liberista. Anche la sinistra, e ciò è ancor più evidente a livello locale, si è allineata su alcune posizioni tipiche della destra. La differenza tra conservatorismo e progressismo non esiste più e non ci si è curato di elaborare nuove teorie. La cosiddetta terza via, quella profetizzata dai vari Clinton, Blair e Schroeder, stenta a decollare. In ogni angolo del mondo la classe al potere è la borghesia liberista, o meglio un’imprenditoria che non si fa scrupoli e si infila e attecchisce, con maggiore facilità, nella rete della politica locale. Questa classe sociale ha un unico imperativo: il profitto. Nessuno osa ostacolarla, anche perché può contare – in alcuni casi- sul sostegno della criminalità organizzata e sugli appoggi di forze politiche (di destra e di sinistra) sempre più compiacenti e mosse da logiche clientelari. Non è qualunquismo o demagogia spicciola e neanche un discorso dal sapore vetero – comunista. A chi mi accuserà di queste cose, suggerisco di frequentare per qualche settimana i “salotti” della politica nostrana.

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