Un agguato nel cuore del rione, un messaggio velato rivolto alle velleità di qualcuno. È quella dell’epurazione interna la pista più accreditata dagli investigatori per chiarire il movente dell’omicidio di Salvatore Borriello, il 25enne ucciso con colpi al torace e alla spalla in via Suor Maria della Passione Beata.
Secondo la prima ricostruzione, Borriello sarebbe stato avvicinato da due persone in sella a una moto, che avrebbero esploso contro di lui diversi colpi di pistola. Le informative più recenti delineano il giovane come il braccio destro del ras emergente di Barra, Francesco Relli, nipote del boss Giovanni Aprea, conosciuto negli ambienti criminali come “‘punt e curtiell”. I due erano stati fermati insieme di recente, e gli investigatori descrivono Borriello come particolarmente attivo nel narcotraffico nella zona. Trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, per lui non c’è stato nulla da fare.
Un contributo decisivo alle indagini – affidate alla Squadra Mobile, guidata dal dirigente Giovanni Leuci – potrebbe arrivare dalle telecamere presenti in zona, che potrebbero aver ripreso la fuga dei killer. Telecamere utilizzate anche quattro anni fa, quando Borriello scampò a un agguato organizzato da giovani del clan Aprea.
Nel corso di quell’incursione armata, portata a termine da un commando composto da quattro persone (Luigi, Vincenzo e Giovanni Aprea e Fabio Falco) a bordo di due scooter, rimase ferita anche una ragazza innocente, Federica Mignone, che si trovava lì con il fidanzato. Un raid studiato nei dettagli: secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe controllato in anticipo i movimenti di Borriello, certo della sua presenza in quei momenti.
Il giovane riuscì a fuggire, ma i sicari continuarono a sparare tra i passanti, colpendo la 25enne al piede e alla caviglia, ferite giudicate guaribili in 21 giorni. La ragazza, estranea a qualsiasi dinamica criminale, fu ferita mentre passeggiava in via Serino, all’altezza del civico 17. Successivamente, il Riesame escluse per i quattro indagati la contestazione del tentato omicidio. Pochi giorni dopo quel raid, lo stesso Borriello fu arrestato per droga insieme a un 27enne. L’ipotesi di allora – come quella di oggi – è che “’o pirata” possa essere entrato in contrasto con un colonnello del clan, che avrebbe mal tollerato l’eccessiva esuberanza e la volontà di autonomia del 25enne.


