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Accadde oggi. L’omicidio Bara alla Sanità segnó l’inizio della guerra per la conquista del quartiere

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Fu un omicidio eclatante. Quello che, di lì a poco, avrebbe innescato tutta una serie di guerre per la conquista della Sanità. È la storia dell’omicidio di Francesco Bara ‘Mekkei’. Quello messo a segno il 30 dicembre del 2012 fu un agguato clamoroso, sia per la caratura criminale della vittima che per le modalità di esecuzione. Francesco Bara, all’epoca reggente dei“capitoni” di Miano al rione Sanità, sapeva di essere nel mirino.Per questa ragione aveva deciso di vivere, ma anche di comandare, da recluso in casa. Una precauzione che però non fu sufficiente a salvargli la vita. Graziea alle immagini riprese da un impianto di videosorveglianza privata, i vertici del gruppo Della Corte di via Arena alla Sanità (capeggiati dal ras Giovannone) riuscirono infatti a cogliere uno dei rari momenti in cui il ras rivale era uscito dalla propria abitazione. In pochi istanti scattò la mattanza: Francesco Bara fu freddato senza via di scampo.

Nell’agguato rimase coinvolto anche un innocente, Ciro Staterini,che riuscì fortunatamente a cavarsela senza gravi conseguenze.Per quella spaventosa scia di sangue la Quinta sezione della Corte d’assise d’Appello di Napoli qualche anno fa ha emesso il proprio verdetto. In particolare Gennaro Savarese incassó 17 anni di reclusione, tre in meno rispetto a quelli rimediati nel primo grado di giudizio, in seguito al riconoscimento delle attenuanti generi-che; per Luca Loffredo fu invece confermata la condanna a 12 anni di carcere. I giudici stabilirono poi 15 anni e 6 mesi in continuazione con altra sentenza ad Antonio Della Corte; 1 anno,invece, a Vincenzo Guerrera, Giovanni Della Corte, Raffaele Liberti e Giuseppe Granieri. Fu quella la prima ‘guerra’ per il controllo dei vicoli cari a Totó.

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