Gli accordi inconfessabili tra i carabinieri corrotti ed i camorristi sarebbero stati siglati in un locale a Fuorigrotta. Il retroscena è inserito nell’ultima ordinanza contro la mala dell’area ovest di Napoli. Tutto iniziò nel dicembre del 2019 quando i carabinieri controllarono il covo della famiglia Volpe-Baratto su indicazione di Gennaro Carra. Dopo le parole del collaboratore di giustizia fu, dunque, individuato l’immobile dove si sarebbero tenute le riunioni tra i malavitosi e alcuni carabinieri appartenenti alla stazione di Bagnoli.
Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un locale situato al pian terreno di uno stabile in via Giacomo Leopardi. Proprio quel piccolo covo venne monitorato con l’avvio di operazioni di intercettazioni telefoniche ed ambientali, inoltre i carabinieri installarono anche una telecamera.
IL COVO DEGLI ACCORDI TRA CARABINIERI E CAMORRISTI
Il 30 marzo 2020 all’interno del nascondiglio Gennaro Volpe commentò, insieme ai due indagati Gaetano Staiano e Patrizio Straiano, l’operazione di polizia avvenuta la notte prima nell’immobile vicino, a causa di una stesa condotta da gruppo della zona. Inoltre in quel locale sarebbe stata nascosta anche una pistola, così come emergerebbe dalle conversazioni degli indagati intercettati.
Gaetano Staiano: – incomprensibile – … poi dice che sono venuti a fare la stesa qua dentro!
Gennaro Volpe: stanotte hai sentito le Guardie ? Qua dietro è successo.
Gaetano Staiano: vero ?
IL BLITZ
Si chiama Giuseppe Bucolo ed ha 56 anni il carabiniere, un luogotenente originario di Catania, arrestato dai suoi colleghi nell’ambito dell’indagine sul giro di usura gestito dalla camorra. Per il militare, accusato di corruzione, sono stati disposti gli arresti domiciliari. La stessa misura cautelare è stata disposta anche per Mario Baratto 63 anni, Gennaro Scala, 55 anni e per Vittoria Trapanese, 48 anni.
L’arresto in carcere è stato notificato invece a Umberto Graziano 35 anni, Michele Scarca 32 anni, e ad Alessandro, Angelo e Gennaro Volpe, 39, 55 e 41 anni, legati da vincoli di parentela con Antonio Volpe, il boss 77enne assassinato a colpi d’arma da fuoco, tra la gente a Fuorigrotta. Per Gaetano Staiano, 68 anni, e per Patrizio Straiano, 31 anni, è stato invece disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.