Assoluzione definitiva per Luigi Moccia. Il presunto boss della camorra afragolese, condannato in primo grado a 24 anni di reclusione, era stato già scagionato in appello (leggi qui articolo) ma a mettere la parola fine alla vicenda ci ha pensato la Corte di Cassazione. Gli ermellini, riuniti nella VI sezione, hanno pienamente accolto le argomentazioni dei difensori di Mocccia, gli avvocati Saverio Senese e Gennaro Lepre, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal procuratore generale avverso la sentenza di assoluzione. Non sono mancati altri colpi di scena come quella che riguarda il cognato di Moccia,Filippo Iazzetta, che in precedenza aveva rimediato una condanna a 24 anni: il ras, difeso dagli avvocati Claudio Davino e Antonietta Genovino, si è visto annullare totalmente la condanna. Pienamente accolto in questo caso il ricorso presentato dai difensori del cognato del presunto boss. Iazzetta dovrà dunque essere sottoposto ad un nuovo giudizio presso la Corte d’appello di Napoli. Ricorso rigettato invece per un altro pezzo da novanta della mala di Afragola, Francesco Favella ‘o ceccio, per il quale diventa definitiva la condanna a 28 anni di reclusione. Altro risultato degno di rilievo è l’annullamento con rinvio (limitativamente alla pena) di cui ha beneficiato Antonio Franzese, difeso dagli avvocati Dario Carmine Procentese e Mauro Dezio.
Il blitz scattò a seguito di una complessa attività investigativa finalizzata a ricostruire gli assetti dell’associazione di stampo camorristico nota come clan Moccia, radicata, in ampie aree della provincia di Napoli (Afragola, Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano e Caivano, Acerra) e nel Lazio, a partire dal 2011 e fino agli ultimi anni. Luigi Moccia resta detenuto in virtù della sentenza di condanna per essere ritenuto colpevole di associazione camorristica relativamente al periodo 2013-2019. Riguardo il periodo precedente la Suprema Corte ha assunto la decisione definitiva anche se il collegio difensivo da sempre sostiene che il clan non esisterebbe più dal 1992, anno in cui si consegnò alla giustizia Angelo Moccia.