giovedì, Luglio 31, 2025
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Agguato contro i De Luca Bossa: “Vi dico chi sparò contro Annarella”

Un fiume in piena. Oltre cento pagine di verbali per Luisa De Stefano ex capo delle pazzignane e nuova collaboratrice di giustizia che sta svelando oltre vent’anni di camorra di Ponticelli. Estorsioni, traffici di droga e agguati sempre sullo sfondo della guerr che ha opposto il cartello di cui faceva parte ai De Micco-De Martino.

Tra gli episodi più significativi il tentato omicidio di Anna De Luca Bossa: ”Il fatto è avvenuto presso la villa comunale di Ponticelli. Anna stava prendendo una bibita con le amiche presso il chiosco sito nella villa. All’improvviso, è arrivato un motorino con a bordo una sola persona che le ha sparato plurimi colpi di arma da fuoco. A raccontarmelo è stata la stessa DE LUCA BOSSA Anna. Ho visto personalmente i segni dei colpi che ha ricevuto; e’ viva per miracolo. Anna mi ha raccontato che ha fatto finta di essere morta. A sparare è stato il fratello di Pietro CARRANO, su mandato di SCALA Roberto, quest’ultimo all’epoca reggente del clan DE MICCO, sottoposto a sorveglianza speciale”.

La figlia di De Luca Bossa, le rivelazioni della pentita De Stefano

Non mancano i riferimenti anche ad altre circostanze come quello riguardante la figlia della stessa De Luca Bossa ossia Martina Minichini: ”Quando la DE LUCA BOSSA si è ripresa, dopo qualche tempo, ha iniziato a frequentare casa mia. Ricordo che uno dei nostri argomenti di conversazione era il fidanzamento della figlia MINICHINI Martina con BOCCARDI Roberto “Recchiolone”; proprio a questo proposito, lei mi raccontò tutto, indicandomi il nome dello sparatore e chi lo aveva mandato. Io non mi capacitavo del fatto che dopo aver subito un agguato del genere, acconsentisse al fidanzamento del BOCCARDI, affiliato ai “BODO” con la figlia. Mi indicò quale mandante del suo agguato SCALA Roberto, circostanza questa già nota anche a MINICHINI Michele. Questi voleva infatti vendicarsi uccidendo la sorella di SCALA, Carmela. Io lo dissuasi, trattandosi di una brava donna; ci concentrammo quindi sul fratello SCALA Vincenzo. Non siamo riusciti ad acchiapparlo; anzi, lo localizzammo ma non lo colpimmo. Questi, infatti, frequentava un bar sempre presso la villa di Ponticelli, vicino alle giostre dei bambini, era troppo pericoloso. Non so dire da chi DE LUCA BOSSA Anna e MINICHINI Michele abbiano saputo il nome del mandante“.