Nel suo libro di memorie in uscita, ‘Sonny Boy‘, Al Pacino racconta di essere “morto di covid” prima della diffusione dei vaccini.
“Il mio cuore ha smesso di battere”
La star hollywoodiana, 84 anni, ha ricordato come il suo cuore si sia fermato per qualche minuto: “Il mio cuore ha smesso di battere, non avevo più polso. Nel giro di pochi minuti sono accorsi paramedici e medici, che indossavano tute spaziali, sembravano degli astronauti”. Pacino ha pensato che quelli fossero gli ultimi istanti della sua vita ma “non ho visto la luce bianca, non c’era nulla dall’altra parte”.
L’attore ha raccontato essersi sentito “stranamente non bene”. Sono arrivate la febbre e la disidratazione. “Ero lì seduto a casa mia e me n’ero praticamente andato. Non avevo polso. Ci sei e poi non ci sei più. Ho pensato: ‘Wow, non hai nemmeno i tuoi ricordi, non hai niente”. Quindi, l’intervento dei medici: “Erano tutti attorno a me: ‘E’ tornato, è qui’, dicevano. Mi guardavo intorno e mi chiedevo cosa fosse successo. Pensavo di aver provato l’esperienza della morte, ma non credo sia andata così”. Il suo approccio alla vita è cambiato da allora? “Per niente”.
La carriera
Al Pacino, vero nome Alfredo James Pacino (New York, 25 aprile 1940), è un attore e regista statunitense. Considerato uno dei migliori attori della storia del cinema, Al Pacino ha vinto il Premio Oscar nel 1993 (su 9 candidature totali) per l’interpretazione del tenente colonnello Frank Slade in Scent of a Woman – Profumo di donna. Nel corso degli anni ha interpretato personaggi rimasti impressi nella storia del cinema moderno e nella cultura popolare, tra cui gangster quali Michael Corleone nella trilogia de Il padrino (1972-1974-1990) di Francis Ford Coppola, Tony Montana in Scarface (1983) e Carlito Brigante in Carlito’s Way (1993), entrambi di Brian De Palma, Benjamin “Lefty” Ruggiero in Donnie Brasco (1997) di Mike Newell e il sindacalista Jimmy Hoffa in The Irishman (2019) di Martin Scorsese.